Acireale, carabiniere ferito in una rissa: ordinanza per sei

Sicilia

Al centro delle indagini la sparatoria del 5 settembre scorso tra i familiari di ex coniugi per un diverbio dovuto all'assegnazione dei posti a sedere all'interno della Chiesa Santa Maria degli Ammalati di Acireale

I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito una misura cautelare emessa dal Gip nei confronti di sei persone indagate per rissa aggravata in concorso. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rissa aggravata è stata notificata a Camillo Leocata (l'uomo che ha sparato), le cinque ordinanza personali di presentazione alla polizia giudiziaria a cinque familiari del ragazzo, tre materni e due paterni. Al centro delle indagini la sparatoria del 5 settembre scorso tra i familiari di ex coniugi per un diverbio dovuto all'assegnazione dei posti a sedere all'interno della Chiesa Santa Maria degli Ammalati di Acireale durante la Prima comunione del figlio in cui rimase ferito gravemente il vice brigadiere, Sebastiano Giovanni Grasso.

Il provvedimento

Il provvedimento cautelare prevede un arresto e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri cinque indagati. Il sottufficiale, fuori dal servizio, era in chiesa per la Prima comunione di uno dei suoi figli ed è intervenuto per sedare la rissa, ma è stato colpito con un colpo di pistola che gli ha procurato lesioni gravissime. A sparare era stato Camillo Leocata, il 69enne, nonno del ragazzino. Il movente della rissa aveva ricostruito il Gip nel convalidare il suo arresto, l'8 settembre scorso, era legato all'assegnazione dei posti in chiesa per la prima comunione anche del nipote dell'arrestato, i cui genitori sono separati. Leocata ha sostenuto di essersi allontanato dalla chiesa durante la funzione per andare casa a prendere la pistola "dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell'ex moglie" e che, durante una colluttazione, ha sparato "contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio". Poi l'uomo resta con la pistola in mano "nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù , il tutto fino all'intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalle mani". 

La vicenda

Le attività d'indagine hanno permesso di ricostruire la vicenda, svoltasi in due distinti momenti dentro e fuori la chiesa. Poco prima dell'inizio della cerimonia, per motivi riconducibili all'assegnazione dei posti a sedere, anche se avvenuti per sorteggio. Un nonno e uno zio materno del ragazzo che stava per fare la prima comunione hanno iniziato a discutere col padre del ragazzo, insultandolo e passando poi alle mani nonostante fossero in chiesa, alla presenza anche di numerosi bambini. Successivamente, al termine della celebrazione, il padre del ragazzo ha chiamato i carabinieri chiedendo di essere accompagnato dalla chiesa sino alla sua autovettura perché temeva per la propria incolumità. Proprio all'arrivo dei militari, un altro ex cognato dell'uomo, spalleggiato dal fratello, per nulla intimoriti dalla presenza dei carabinieri, ingaggiavano una lite verbale. La discussione sfociava poco dopo in una rissa alla quale si univano anche il padre e il fratello dell'uomo aggredito. I militari intervenuti, a cui si era aggiunto nel frattempo il vice brigadiere grasso, presente libero dal servizio perché suo figlio stava partecipando alla Prima comunione, si frapponevano fra le parti per sedare la rissa. In quel momento Camillo Leocata ha esploso un colpo di arma da fuoco colpendo all'altezza del capo del militare dell'Arma ferendolo gravemente.

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