Malgrado gli interventi massicci dei canadair, ancora impegnati con i vigili del fuoco e le squadre della Forestale e della Protezione civile, le fiamme spinte dal vento di scirocco sono arrivate a Pettineo e a Castel di Lucio e nelle campagne di Mistretta, sui Nebrodi
Si estende il fronte degli incendi che da ieri divampano in una zona molto estesa tra le Madonie e i Nebrodi. Le due grandi aree boschive, che sono un patrimonio naturalistico protetto, sono ormai unite dal fuoco. I primi roghi hanno assediato Gangi e da qui il fuoco ha preso nella notte due direzioni: una verso San Mauro Castelverde, e da qui verso Collesano e Lascari, e un'altra verso Geraci Siculo.
Gli incendi
Malgrado gli interventi massicci dei canadair, ancora impegnati con i vigili del fuoco e le squadre della Forestale e della Protezione civile, le fiamme spinte dal vento di scirocco minacciano ora la riserva naturale di monte Campanito, nell'Ennese.
A Gangi danni ad aziende agricole
L'incendio che ieri ha creato molti danni a Gangi è partito dalla zona di contrada Prato, ha raggiunto la chiesa di San Biagio, per poi risalire velocemente - a causa del vento di scirocco che sta imperversando da giorni sulla Sicilia - il versante nord-est di monte Marone. Il fumo che ha avvolto l'intera zona ha raggiunto viale delle Rimembranze e poi l'area in prossimità dell'acquedotto e del castello dei Ventimiglia. Da contrada Prato a Nocita, contrada Cavaliere e diverse altre località in zona monte Dedero sono state colpite duramente anche la zona di contrada Portelle e di Rainò. A essere maggiormente colpite sono state le aziende agricole che hanno subito ingenti danni. Il fronte di fuoco ha colpito il raccolto, decine gli edifici andati in fumo, tra abitazioni, stalle e magazzini. Perduta l'intera produzione cerealicola. "Oggi il nostro territorio è stato colpito al cuore - afferma il sindaco Francesco Migliazzo -. Ringraziamo i vigili del fuoco, la Protezione civile, il Corpo forestale e tutti gli uomini che si sono impegnati per domare le fiamme. Siamo vicini a tutti gli agricoltori, a chi ha perso tutto e a chi dovrà rialzarsi. Come comunità ci rialzeremo, più forti di prima”.
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