Migranti, barcone si ribalta al largo di Lampedusa: sette vittime

Sicilia

Sono tutte donne le persone decedute: una di loro era incinta da pochi mesi. Secondo quanto ricostruito ci sono nove dispersi, i superstiti sono 46. Durante la notte si sono registrati alcuni sbarchi con 256 approdate sull'isola. "Non si vuole prendere coscienza di quello che succede nel Mediterraneo, non vale a nulla la solidarietà che adesso ci arriverà" ha detto il sindaco Totò Martello

Sette persone, tutte donne (e una incinta da pochi mesi) sono morte e altre nove risultano disperse a seguito del naufragio di un barcone avvenuto questa mattina a circa 5 miglia da Lampedusa. Secondo le prime ricostruzioni, l'imbarcazione sulla quale viaggiavano i migranti si sarebbe ribaltata improvvisamente facendo cadere in mare le persone a bordo. I superstiti, tratti in salvo dai soccorritori, sono 46. Proseguono le ricerche condotte dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza: sono in volo anche un Atr42 della guardia costiera decollato da Catania e un elicottero di Frontex. Le sette salme sono state portate sul molo Favarolo. Tra i superstiti, invece, due donne, una delle quali incinta, sono state trasferite in ospedale a Palermo. Una avrebbe un edema polmonare acuto ed è stata intubata. Una migrante sopravvissuta in avanzato stato di gravidanza è stata trasferita, con elisoccorso del 118, perché rischia di perdere il bimbo che ha in grembo, in un ospedale di Palermo. 

Il naufragio

Secondo quanto ricostruito l'imbarcazione con a bordo i migranti si è rovesciata poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso, "verosimilmente a causa dello spostamento dei migranti", questo quanto ricostruito dalla Guardia Costiera che sta ancora verificando se ci siano ulteriori dispersi. Durante le operazioni di soccorso, cinque migranti sono stati rianimati.  L'allarme, ricostruisce la Guardia Costiera, è scattato all'alba quando è arrivata una telefonata di uno dei migranti che si trovavano a bordo dell'imbarcazione. Sul naufragio è stato aperto un fascicolo d'inchiesta, a carico di ignoti, dalla Procura di Agrigento per individuare gli scafisti e i basisti in Tunisia. L'attività investigativa è stata affidata dal procuratore capo Luigi Patronaggio alla Squadra mobile e ai militari delle Fiamme gialle. "Alla vista delle motovedette della Guardia costiera, i migranti presenti sul barcone si sono sbilanciati – ha detto Patronaggio –. Tanti sono finiti in mare o perché mal distribuiti sul barcone o perché hanno perso l'equilibrio. Sulle salme verrà eseguito un esame esterno direttamente a Lampedusa. E poi, se dal caso, decideremo se disporre o meno autopsia". 

Gli sbarchi

Durante la notte sono avvenuti anche alcuni sbarchi: 256 persone sono approdate sull'isola, a partire dalle 3.30, con quattro diversi barconi. Tre imbarcazioni sono state soccorse al largo dell'isola mentre la quarta, con 6 tunisini a bordo, è riuscita ad arrivare, alle 7 circa, direttamente in porto. I primi 120 migranti, di varia nazionalità, sono stati intercettati a circa 14 miglia a Sud dell'isola a bordo di un'imbarcazione di 8 metri e sono stati fatti trasbordare dai militari della Guardia di finanza. Alle 6.30 sono giunti a molo Favarolo 30 persone intercettate a 12 miglia dalla costa dalla Capitaneria di porto e poco dopo ne sono giunte altre 100. Anche nella giornata di ieri si sono registrati 4 sbarchi con un totale di 136 persone approdate.

La situazione all'hotspot

I 46 superstiti del naufragio sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola. Altri 101 subsahariani, comprese tre donne, sono sbarcati a Lampedusa. È il sesto arrivo di migranti registrato dalla notte scorsa nell'isola. L'imbarcazione sulla quale viaggiavano i 101 era stata intercettata, poco prima dell'alba, a 25 miglia a Sud-Est di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di finanza. I militari hanno effettuato il trasbordo e hanno lasciato alla deriva il natante. Anche loro sono stati portati - con la scorta dei carabinieri - all'hotspot di contrada Imbriacola dove i presenti, nonostante il trasferimento di 100 persone, sono tornati ad essere 661.

Il sindaco di Lampedusa: “Continua il silenzio da parte di Draghi”

"Non si vuole prendere coscienza di quello che succede nel Mediterraneo, non vale a nulla la solidarietà che, adesso, ci arriverà. Perché la solidarietà deve essere vera e concreta" ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, dopo l'ennesima tragedia. "Continua il silenzio nei confronti del sindaco di Lampedusa – ha aggiunto – da parte del presidente Draghi. Sono passati 15 giorni, se non di più, da quando ho chiesto d'essere convocato per discutere di quello che avviene nel Mediterraneo. Ed essendo presente sul territorio, potrei sicuramente portare una visuale diversa sul fenomeno".

"Questa ennesima tragedia nel Mediterraneo è straziante, cos'altro deve accadere per far capire all'Italia ed all'Europa che così non si può andare avanti", ha poi aggiunto Martello. "Chiedo un incontro al presidente Draghi, non si può continuare con la logica di una continua emergenza: bisogna affrontare il fenomeno con un approccio differente, libero dalle speculazioni della contrapposizione politica. incentrato sulla vera tutela dei diritti umani. E bisogna farlo subito perché mentre la politica continua a discutere la gente muore in mare".

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