Caso Gregoretti, gup: non luogo a procedere per Salvini perché il fatto non sussiste

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Niente rinvio a giudizio per l’ex ministro dell’Interno, che era accusato di sequestro di persona per i ritardi nello sbarco, nel luglio del 2019, di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana nel porto di Augusta. "La sinistra usa la magistratura per vincere le elezioni", l'attacco del leader della Lega dopo la sentenza

Niente rinvio a giudizio per Matteo Salvini per il caso Gregoretti perché "il fatto non sussiste". Questa la motivazione della sentenza di non luogo a procedere emessa dal gup di Catania, Nunzio Sarpietro, e letta nell'aula bunker del carcere di Bicocca a conclusione dell'udienza preliminare nell'ambito del procedimento per sequestro di persona nei confronti dell'allora ministro dell'Interno per i ritardi nello sbarco, nel luglio del 2019, di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana nel porto di Augusta, nel Siracusano. 

Per la vicenda della nave Open Arms, invece, il gup di Palermo, Lorenzo Jannelli, il 17 aprile scorso ha rinviato a giudizio Salvini, fissando la prima udienza per il prossimo 15 settembre davanti la seconda sezione penale del Tribunale.

Salvini: “Sinistra usa la magistratura per vincere le elezioni”

"Assolto! No al processo perché il fatto non sussiste!!! Grazie Amici per avermi sostenuto, vi voglio bene". Questa l'esultanza del leader della Lega sui social, che poi si scaglia contro la sinistra: "Il Giudice ha studiato, lavorato e si è preso le sue responsabilità. Mi spiace solo per i denari che sono costati ai cittadini italiani queste giornate. L'Italia - ha dichiarato Salvini - è l'unico Paese dell'Ue dove la sinistra politica ha mandato a processo un ministro non per reati corruttivi, ma per scelte di governo. Abbiamo la sinistra più retrograda del Continente europeo che usa la magistratura per vincere le elezioni dove non riesce a vincerle con in cabina. Spero - ha concluso - che la sentenza sia utile agli amici del Pd e del M5s, le battaglie si vincono o in Parlamento o nelle campagne elettorale”.

"La sentenza ha una formula molto chiara: il fatto non sussiste - ha commentato il legale di Salvini, l'avvocato Giulia Bongiorno -. È la più chiara perché evidenzia in modo indubbio che secondo il giudice di Catania non c'è stato alcun reato di sequestro, ma un ritardo in attesa della redistribuzione dei migranti. Lo stesso tema del caso a Palermo con la Open Arms e questa sentenza la produrremo certamente a Palermo". 

Parti civili: "Abbiamo supplito a ruolo Procura"

"La Procura si è tirata indietro, noi abbiamo supplito al loro ruolo. A nostra avviso è un vulnus per la certezza del diritto. Abbiamo il processo di Palermo motivato in maniera puntuale dalla Procura di Palermo. A Catania era più facile la strada del rinvio a giudizio, vi erano molto più elementi, invece ci siamo fermati". Lo affermano i legali delle parti civili, i quali annunciano anche che chiederanno alla Procura generale di Catania di impugnare la sentenza.

La richiesta della Procura

La Procura distrettuale di Catania durante l'udienza preliminare ha chiesto al Gup di emettere una sentenza di non luogo a procedere perché, come riferito dal pm Andrea Bonomo, nello sbarco dei migranti dalla Gregoretti l'allora ministro dell'Interno "non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale", le sue scelte sono state "condivise dal governo" e la sua posizione "non integra gli estremi del reato di sequestro di persona". Una ricostruzione contestata dalle parti civili che chiedevano il processo per Salvini: AccoglieRete, Legambiente. Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti. Per il legale di Legambiente, Daniela Ciancimino, l'ex ministro ha "trattenuto illegittimamente a bordo" 131 persone, e deve andare a processo per sequestro di persona anche per le "sofferenze patite dai migranti ammassati su nave Gregoretti". Per la difesa, rappresentata dall'avvocatessa Giulia Bongiorno, "l'azione penale contro Salvini non doveva neppure iniziare, perché il suo è stato un atto politico insindacabile" perché, ha sostenuto, per il "principio della separazione dei poteri e le decisioni adottate nell'interesse nazionale sono impenetrabili e non possono essere contestate in sede giudiziaria”.

Le accuse

"Abusando dei poteri" da ministro dell'Interno avrebbe "privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della Gregoretti dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio" successivo, quando la nave della Guardia costiera italiana è giunta l'autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta. Era questa l'accusa contestata a Salvini dopo l'autorizzazione a procedere concessa dall'Aula del Senato. Il reato ipotizzato era sequestro di persona aggravato dall'essere il responsabile un pubblico ufficiale e perché commesso anche ai danni di minorenni. Accuse che il leader della Lega e il suo legale hanno sempre respinto con forza, spiegando che "non si è verificata alcuna illecita privazione della libertà personale, in attesa dell'organizzazione del trasferimento" dei migranti alla "destinazione finale". Salvini ha sottolineato di avere agito per interesse della Nazione, sintetizzando così la sua linea: a bordo della Gregoretti c'erano due scafisti fermati dopo lo sbarco, i 100 migranti sono rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento. E tutto col pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell'assegnazione del porto sicuro.

Resta aperto il caso Open Arms

Resta aperto il caso sulla Open Arms a Palermo, dove Salvini è stato rinviato a giudizio, con prima udienza del processo fissata per il prossimo 15 settembre. In entrambi i procedimenti si parla dell'approdo di migranti soccorsi nel Mediterraneo, ma ci sono delle differenze nel tipo di imbarcazione e nei tempi trascorsi prima dello sbarco: la Open Arms appartiene a una ong spagnola, ed è rimasta in mare con 147 migranti, per 19 giorni; la Gregoretti è una nave della Guardia costiera italiana rimasta alla fonda ad Augusta per quattro giorni. A Catania in passato erano stati trattati altri due casi che sono stati però chiusi: lo sbarco di nave Diciotti, con il Senato che non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini; e quello della Sea Watch che vedeva indagati, con l'ex ministro, anche l'allora premier Giuseppe Conte, il vice premier Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli, che fu archiviata dallo stesso Tribunale dei ministri.

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