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Covid, Sicilia avvia campagna vaccinale di massa nelle isole minori

Sicilia

Il via nel weekend a Lampedusa e Linosa, dove verranno somministrate le dosi a tutti i cittadini maggiorenni. "Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c'è alcuna volontà di essere disobbedienti”, commenta Musumeci. Da domani aperte le prenotazioni per i 50enni in tutta la regione

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La Sicilia avvia la campagna vaccinale di massa nelle isole minori. Le prime a essere interessate saranno, già questo weekend, Lampedusa e Linosa, dove saranno somministrate le dosi a tutti i cittadini con più di 18 anni, senza quindi seguire il criterio delle fasce d'età. A partire da lunedì, invece, la campagna partirà anche nelle restanti isole. Uno "strappo" alle direttive nazionali, che il presidente della Giunta regionale, Nello Musumeci, ha commentanto così: "Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c'è alcuna volontà di essere disobbedienti ma avvertiamo tutti il peso della responsabilità della specifica condizione epidemiologica dell'isola ma anche di carattere sociale. Dobbiamo correre, altrimenti non ce ne usciremo più da questo tunnel", ha dichiarato in conferenza stampa a Palazzo d'Orleans. (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE IN SICILIA)

Da domani aperte le prenotazioni per i 50enni

Musumeci ha poi annunciato che da domani aprono le prenotazioni per i cittadini dai 50 anni in su, “per l'esattezza dai nati nel 1971 (dal primo gennaio)”, ha precisato. "Abbiamo chiesto al commissario Figliuolo, con due lettere, la possibilità di ammettere al vaccino anche le persone al di sotto dai 50 ai 60 anni - ha aggiunto Musumeci - Ci è stato sempre risposto che non è possibile, e che può essere consentito solo quando avremo messo al sicuro gli ultra 80enni ma è chiaro che non abbiamo poteri sanzionatori o coercitivi, per convincere i riottosi”.

"Nessuno fa fughe in avanti"

La Regione ha comunicato stamattina i suoi piani al commissario Figliuolo. "Abbiamo maturato questa decisione ieri e stamani l'abbiamo perfezionata con i nostri dirigenti e commissari", ha proseguito Musumeci. Alla domanda su cosa comporterà questa decisione, il governatore ha allargato le braccia: "Tutto quello che accadrà verrà spiegato, nessuno fa fughe in avanti. Mi pare che a Procida siano stati vaccinati i cittadini". 

In Sicilia 250mila dosi AstraZeneca nei frigoriferi

Alla conferenza stampa ha preso parte anche Il il dirigente generale del Dasoe, Mario La Rocca, il quale ha reso noto che solo in Sicilia ci sono 250mila dosi di AstraZeneca chiuse nei frigoriferi e al momento inutilizzate. "Abbiamo avviato l'open day tre settimane fa per dare forza e impulso alla campagna di vaccinazione e a quella con AstraZeneca in modo particolare, la cui scorta nei frigoriferi è sempre stata abbondante - ha dichiarato poi Musumeci - Verso AstraZeneca c'è stata e c'è una comprensibile ma ingiustificata psicosi, a fronte di 5-6 decessi la cui connessione con il vaccino comunque è stata esclusa”.

“Mi aspetto di più dai medici di base”

"Sugli ultra 80enni abbiamo operato una campagna tenace di sensibilizzazione, abbiamo chiesto la collaborazione dell'Ordine dei farmacisti e quella dei medici di medicina generale con i quali abbiamo sottoscritto un accordo. Devo ringraziare la minoranza dei medici di medicina generale che sta collaborando nella ricerca del proprio paziente ultra 80enne, prima per convincerlo a vaccinarsi e poi per somministrare il vaccino. Vorrei sperare che da parte di tutti i medici di base ci possa essere questa contagiosa consapevolezza", ha dichiarato ancora Musumeci, che poi ha aggiunto: "Ci aspettiamo molto di più dai medici di medicina generale, dei quali conservo dall'adolescenza una immagina quasi ieratica ma che si è sbiadita per lo scorrere degli anni e per una caduta etica e deontologica che registro - ha detto - Il medico è l'avamposto nella trincea del territorio, speriamo di poterli avere al nostro fianco, al fianco degli operatori sanitari e delle strutture distribuite nel territorio, oltre 60 punti vaccinali nelle nove province. Loro conoscono i pazienti ultra 80enni, le patologie, gli indirizzi: sono nelle condizioni di poterli contattare e vaccinare. Già in molti lo fanno, ma si tratta pur sempre di una minoranza”, ha concluso.