Picchiano e umiliano disabili, tre arresti a Palermo

Sicilia
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Le intercettazioni ambientali audio e video, effettuate 24 ore su 24 nella struttura, hanno documentato azioni sconcertanti, ben lontane dalla mission del centro assistenziale

Tre operatori del centro per disabili mentali Ben Haukal, nel quartiere Brancaccio, a Palermo, sono stati arrestati per aver picchiato e maltrattato gli ospiti della struttura. I carabinieri hanno eseguito nei loro confronti un'ordinanza cautelare di arresti domiciliari. Per altri due è scattato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese. Il personale coinvolto in questa ennesima vicenda di violenza verso categorie fragili è accusato di maltrattamenti.

L'indagine

L'indagine ha svelato che nel centro residenziale per disabili i pazienti venivano picchiati, sottoposti a continue punizioni fisiche e umiliazioni psicologiche. Le intercettazioni ambientali audio e video, effettuate 24 ore su 24 nella struttura, con la costante presenza a poca distanza di una pattuglia pronta a intervenire, hanno documentato azioni sconcertanti, ben lontane dalla mission del centro assistenziale. Nelle immagini si vede un operatore che sbatte a terra un disabile seduto su una poltrona. E ancora un'altra operatrice che picchia un giovane che non voleva stare seduto, o un dipendente che lancia una sedia contro un ospite. In alcuni casi gli assistiti venivano strattonati, spinti sui divani o colpiti con schiaffi così forti da far loro sbattere la faccia contro il muro. Gli inquirenti, nel corso dell'indagine durata mesi, hanno assistito a un sistematico uso della violenza in una struttura che avrebbe dovuto rappresentare per gli ospiti un luogo di assistenza e cura. 

L'inchiesta

Da quanto trepela, l'inchiesta nasce da un esposto del presidente dell'Aias, Salvatore Nicitra, che da anni lavora per i disabili, con tanto di relazione, si è presentato dai militari per chiedere di fare luce su quanto accadeva nella struttura. 

Gip: "Clima di prevaricazione e violenza"

"Te lo giuro me ne fotto della telecamera e ti riempio di botte", gridava uno dei tre operatori del centro per disabili di Palermo finito agli arresti domiciliari per maltrattamenti. Le indagini dei carabinieri hanno svelato violenze di ogni genere. Gli indagati pestavano gli assistiti sotto gli "occhi" delle videocamere. Un gesto di disprezzo, come sottolinea il gip nell'ordinanza che ha disposto i domiciliari. Alcuni degli indagati sono accusati di non avere impedito, in diverse e numerosi occasioni, pur avendo l'obbligo giuridico dì intervenire, che i pazienti compissero atti di autolesionismo. I disabili, disperati, sbattevano la testa sul pavimento provocandosi escoriazioni e lesioni e nessuno di loro interveniva. Durante i turni i cinque indagati strattonavano i disabili facendogli sbattere la faccia al muro o colpendoli con un calcio per farli alzare dal letto. E poi insulti a raffica, "sei un porco"; "stai fermo" "qua devi stare", "sei un vastaso maleducato". E ancora: "Cosa inutile, cosa inutile, te ne devi andare perché le chiavi qua ti tiro. Oh vattene, lo sai che te lì do, qua te li do stai attento pezzo di merda che sei". In un'occasione uno degli arrestati ha preso un bicchiere di plastica lo ha appoggiato sulla fronte di uno dei ragazzi disabili assistiti e lo ha colpito con uno schiaffo, schiacciandogli il bicchiere sulla fronte. "Una serie di condotte, scrive il gip, che ingeneravano nelle vittime un grave stato di paura e ti timore per la propria incolumità fisica unitamente a creare, anche tra i pazienti che assistevano alle violenze perpetrate in danno degli altri ospiti, un clima diffuso di sopraffazione, prevaricazione e vessazione che rendeva impossibile la prosecuzione della convivenza".

Aias: "Saremo parte civile"

"Appena abbiamo avuto l'impressione che qualche mela marcia potesse nascondersi all'interno di una nostra struttura abbiamo immediatamente avvertito i carabinieri presentando una denuncia contro i 3 operatori corredata dalle immagini del nostro sistema di video-sorveglianza e mettendole a disposizione degli inquirenti ". Lo dice il presidente dell'Aias, Salvatore Nicitra, a proposito dell'inchiesta su maltrattamenti di disabili in una casa di cura di Palermo. "Ringraziamo le forze dell'ordine per la tempestività, la professionalità e la sensibilità dimostrata nel corso delle indagini. Adesso abbiamo fiducia nella magistratura e chiediamo a gran voce l'applicazione delle pene più severe e ci costituiremo parte civile nel procedimento contro i dipendenti coinvolti ", aggiunge. "Devono sapere tutti che chi tocca i nostri ragazzi non la passa liscia - aggiunge il presidente - Purtroppo ancora oggi ci sono persone convinte di poter usare impunemente la violenza nei confronti di persone fragili e indifese. L'Aias è la casa dei disabili e nessuno si deve azzardare a toccare uno dei nostri figli".

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