La Procura di Ragusa: "Mare Jonio pagata per trasbordo migranti"

Sicilia

Il procuratore capo Fabio D'Anna ha poi sottolineato che la Procura di Ragusa non ha inchieste sulla gestione delle Ong nei soccorsi in mare, ma "soltanto su un episodio in cui sono coinvolte due società commerciali" e nessun componente della Mediterranea saving humans è indagato. Maersk: "A Mediterranea semplice contributo"

Soldi in cambio del trasferimento sulla nave Mare Jonio, della ong Mediterranea saving humans, dei 27 migranti che si trovavano a bordo della nave danese Maersk Etienne: è l'ipotesi della Procura di Ragusa che ha disposto perquisizioni a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Lapedona (Fermo), Mazara Del Vallo (Trapani), Montedinove (Ascoli Piceno) e Augusta (Siracusa). I fatti risalgono all'11 settembre scorso. I 27 migranti, soccorsi 37 giorni prima dalla Maersk Etienne, erano poi sbarcati a Pozzallo il 12 settembre (FOTO). Per l'accusa il trasbordo sulla Mare Jonio sarebbe avvenuto "solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della Mare Jonio ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso". 

L'inchiesta

Nell'inchiesta, che ipotizza i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di violazione alle norme del codice della navigazione, sono indagate dalla Procura di Ragusa quattro persone, tra soci, dipendenti o amministratori, di fatto o di diritto, della società proprietaria ed armatrice del rimorchiatore Mare Jonio. Si tratta di Luca Casarini, dell'ex assessore comunale di Venezia Beppe Caccia, del regista Alessandro Metz e del comandante Pietro Marrone. Sono indagati per il loro ruolo sulla Mare Jonio.

E' estranea all'inchiesta l'Ong Mediterranea saving humans per conto della quale operava il rimorchiatore. Il procuratore capo Fabio D'Anna ha poi sottolineato, parlando con l'Ansa, che la Procura di Ragusa non ha inchieste sulla gestione delle Ong nei soccorsi in mare, ma "soltanto su un episodio in cui sono coinvolte due società commerciali".

Le perquisizioni

Le indagini sono state affidate ai militari del nucleo Pef della Guardia di finanza di Ragusa, ai poliziotti della Squadra Mobile di Ragusa e da personale della sezione Operativa Navale delle Fiamme gialle di Pozzallo e della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Pozzallo. Il gruppo investigativo sta eseguendo un decreto di perquisizione personale e locale e di sequestro finalizzato a "ricercare ed acquisire ogni elemento documentale e/o su supporto elettronico utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e tra essi e la società danese armatrice della Maersk Etienne, nonché di eventuali altre società armatoriali". 

Il salvataggio

I 27 migranti erano stati soccorsi dalla motonave danese Maersk Etienne in mare dopo un evento Sar disposto da Malta. Per la Procura di Ragusa, sulla base di indagini "fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali", è "emerso che il trasbordo dei migranti effettuato dall'equipaggio della Mare Jonio" sarebbe avvenuto "senza nessun preventivo raccordo con le autorità maltesi, competenti per l'evento Sar, o con quelle italiane ed apparentemente giustificato da una situazione emergenziale di natura sanitaria, 'documentata' da un report medico stilato dal team di soccorritori imbarcatosi illegittimamente a bordo del rimorchiatore". 

Mediterranea: “Dalla Procura crociata anti-ong”

La procura di Ragusa punta "a colpire la pratica del soccorso civile in mare che Mediterranea promuove dal 2018", il procuratore "ha più volte esternato pubblicamente la sua crociata contro le Ong". È "una macchina del fango che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese. Idra social shipping (l'armatore della Mare Jonio, ndr) non ha mai fatto nulla di illegale e lo dimostrerà presto nelle sedi competenti", afferma Mediterranea saving humans commentando l'inchiesta aperta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Il procuratore di Ragusa, Ricorda Mediterranea, "è arrivato a sostenere che 'bisogna che non passi l'idea che sottrarre i migranti dalle mani dei libici possa essere una cosa consentita'. Quello di oggi è un vero e proprio teorema giudiziario, in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro. La 'macchinazione' ipotizzata è talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obbiettivo di questa operazione: creare quella 'macchina del fango' che tante volte abbiamo visto in azione nel nostro paese, dal caso di Mimmo Lucano alle inchieste di questi giorni contro chi pratica la solidarietà ai migranti che attraversano la rotta balcanica, e sparare ad alzo zero contro chi come noi non si rassegna al fatto che da inizio gennaio ad oggi siano già centinaia le donne, uomini e bambini lasciati morire nel Mediterraneo, e si contino già a migliaia i catturati in mare e deportati nei campi di concentramento libici, finanziati con i soldi dell'Unione Europea e dell'Italia". 

Maersk: "A Mediterranea semplice contributo"

"Mesi dopo l'operazione di salvataggio, Maersk Tankers ha incontrato i rappresentanti di Mediterranea per ringraziarli della loro assistenza umanitaria. In seguito a questo incontro, abbiamo deciso di dare un contributo di 125 mila euro a Mediterranea per coprire alcuni dei costi sostenuti in seguito all'operazione". E' quanto si legge in una nota firmata da Kis Soegaard, portavoce della compagnia danese di navigazione, Maersk Tanker. "Ad ora - aggiunge la nota - non siamo stati contattati dalle autorità", "ma siamo pronti a dare il nostro contributo, se saremo contattati". 

"Il 5 agosto 2020 l'equipaggio della Maersk Etienne - aggiunge la compagnia danese - ha salvato 27 persone in difficoltà in mare su richiesta delle autorità maltesi. Una volta tratti in salvo, migranti ed equipaggio sono stati lasciati in situazione di stand-off per un periodo senza precedenti: 38 giorni, senza che nessuna autorità fosse disposta a permettere alla nave di fare scalo né autorizzasse lo sbarco sicuro delle persone salvate. Dopo diverse richieste di assistenza rimaste senza risposta, la situazione è diventata terribile dal punto di vista umanitario". "Abbiamo concordato con Mediterranea che avrebbero condotto una valutazione sanitaria utilizzando il team medico a bordo della Mare Jonio. Il trasferimento sulla nave - si legge ancora - è avvenuto in seguito alla loro valutazione, e cioè che le condizioni delle persone salvate richiedevano cure immediate in strutture mediche adeguate. Era una situazione umanitaria e vogliamo chiarire che in nessun momento prima o durante l'operazione è stato discusso o concordato un compenso o un sostegno finanziario". 

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