Ragazza trovata morta a Caccamo, gip: Gravissimo quadro indiziario a carico del fidanzato

Sicilia

Il gip di Termini Imerese, Angela Lo Pipero, non ha convalidato il fermo ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 19enne Pietro Morreale. Lunedì l'incarico al perito per l'autopsia

Secondo il gip di Termini Imerese "alla luce dei molteplici elementi emersi, a dispetto della fase embrionale dell'indagine, non si può che concordare con l'organo dell'accusa relativamente alla sussistenza di un gravissimo quadro indiziario a carico di Morreale", 19enne accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere per la morte della fidanzata diciassettenne, Roberta Siragusa, il cui corpo è stato ritrovato in fondo ad un dirupo, parzialmente bruciato, domenica alle porte di Caccamo (IL RITROVAMENTO DEL CORPO - IL SOPRALLUOGO). Il gip, Angela Lo Pipero, non ha convalidato il fermo ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per l'indagato. Inoltre i carabinieri hanno sequestrato in camera del giovane un tablet e un cellulare, entrambi senza sim e senza scheda di memoria. 

Intanto, lunedì il professore Alessio Asmundo del Policlinico di Messina riceverà l'incarico di effettuare l'autopsia sul corpo della vittima.

Le parole del gip

"Ed invero, il materiale probatorio offerto a questo decidente non si presta a letture alternative che abbiano un barlume di credibilità", scrive il gip di Termini Imerese nell'ordinanza. Ieri si è tenuta l'udienza di convalida del fermo durante la quale l'indagato, assistito dai legali Giuseppe Di Cesare e Angela Maria Barillaro, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Prosegue ancora il gip: "L'indagato ha condotto i militari al corpo senza vita di Roberta e con lei ha trascorso gli ultimi - senz'altro tragici - momenti della sua vita. Ha detto di non averla uccisa ma, seppure in un coacervo di dettagli ancora da chiarire, il compendio probatorio a suo carico è estremamente grave".  Poi:"Sono poi di tutta evidenza le contraddizioni in cui sono incorsi i familiari dell'indagato, che pure si potevano avvalere del diritto di astenersi dal rendere dichiarazioni, su altri particolari non meno rilevanti e relativi agli orari in cui si sarebbero svegliati ed avrebbero ricevuto le confidenze del figlio", conclude il gip.

Rinvenute le chiavi di casa della vittima

Le chiavi della vittima sono state trovate dai carabinieri di Termini Imerese vicino al campo sportivo di Caccamo, tra un cumulo di oggetti parzialmente bruciati. Il particolare, che confermerebbe che la ragazza è stata uccisa vicino al campo sportivo e poi portata in fondo al dirupo in cui è stata trovata, viene riportato nell'ordinanza. "Una foto del mazzo di chiavi parzialmente bruciato ma integro - spiega il gip nel provvedimento - è stata mostrata ai familiari di Roberta che hanno prima descritto le chiavi di casa in possesso della vittima la sera della morte e ne hanno riconosciuto la corrispondenza con quelle in uso alla ragazza".  "Vicino al campo sportivo - riporta ancora il gip - sono stati repertati una serie di oggetti e di tracce estrememente significativi". 

Possibile il coinvolgimento di complici

Uno dei punti da chiarire nell'inchiesta è il coinvolgimento di terze persone nella fase successiva all'omicidio, che sarebbe avvenuto tra l'una e le due di notte mentre solo alle 9:29 Pietro Morreale e il padre si sono presentati in caserma. Su questo lasso di tempo, di circa sette ore, il giudice pone l'attenzione. "Non può peraltro escludersi - scrive il gip nell'ordinanza - che egli (Pietro Morreale) sia stato coadiuvato nell'azione successiva, relativa all'occultamento degli elementi di prova, che comunque è certo che sia stata agita (basti pensare alle chiavi di casa della ragazza e ad altro materiale rinvenuto combusto presso il campo sportivo di Caccamo)". 

Sequestrata l'auto di Morreale

Oltre a un cellulare e a un tablet, i carabinieri hanno sequestrato anche l'auto la Fiat Punto vista passare quattro volte nei pressi di Monte Rotondo dove è stato trovato il cadavere della giovane. Sull'auto sono in corso i rilievi dei carabinieri del Ris che dovranno accertare se il corpo senza vita di Roberta sia stato trasportato a bordo della Punto dopo l'omicidio.

Uno dei punti chiave del delitto, ancora non chiarito, è come è stata uccisa la giovane, trovata semisvestita, con una profonda ferita al volto e i capelli rasati. "Dovrà essere accertato - scrive il gip - se tale circostanza è dovuta ad un fenomeno di combustione o ad una orribile manifestazione di disprezzo e svilimento della sua identità femminile". Il corpo era bruciato nella parte superiore.

Le violenze

Amici e parenti sentiti dai carabinieri hanno raccontato di un rapporto difficile tra l'indagato e la vittima, con litigi e percosse, rapporto definito dal padre di Pietro "strano". In un caso il 19enne avrebbe fatto un occhio nero alla fidanzata con un pugno al volto. Solo la madre dell'indagato ai carabinieri non ha riferito di particolari tensioni fra i due e di non sapere che il figlio fosse geloso di lei. Anche sul pugno in faccia dato dal ragazzo a Roberta la donna tende a giustificare il figlio. "Ha chiarito - si legge nell'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per l'indagato - che una volta era accaduto che tutti e due si fossero picchiati ad inizio estate. Lui sicuramente le aveva dato qualche schiaffo perché lei aveva il viso tumefatto. Pietro Morreale le aveva raccontato che Roberta lo aveva stuzzicato con dei pizzicotti e che a seguito di ciò si erano picchiati. Ne aveva parlato con la madre di Roberta Siragusa, con cui aveva chiarito la situazione in quanto la ragazza si era assunta la responsabilità di aver provocato la reazione del figlio". 

Convocato Forum contro la violenza di genere

Intanto l'assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone ha convocato in video conferenza il Forum contro la violenza di genere per martedì. "Voglio capire se qualcosa nel sistema non ha funzionato o se sia necessario apportare delle modifiche che possano individuare con maggiore tempestività il rischio", spiega. "C'è un lavoro costante che il governo Musumeci sta portando avanti da anni - continua - che ha visto un forte ampliamento delle strutture regionali per la presa in carico delle donne vittime di abusi e, nelle situazioni di particolare emergenza, per il loro ricovero immediato. Oggi abbiamo 21 centri antiviolenza, 37 strutture a indirizzo segreto e 31 sportelli di ascolto". "Con gli addetti ai lavori, martedì cercheremo di aggiungere ancora qualcosa al nostro sistema di protezione perché evidentemente qualcosa va aggiunto perché non succedano più fatti come quello di Roberta". 

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