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Palermo, Cassazione annulla con rinvio risarcimento a Bruno Contrada

Sicilia

Ora la Corte d'Appello di Palermo, che aveva accolto la richiesta di risarcimento presentata dalla difesa dell'ex funzionario del Sisde, dovrà riesaminare la sua decisione

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E' stato accolto dalla Corte di Cassazione il ricorso della Procura di Palermo contro la sentenza dello scorso aprile che aveva riconosciuto un indenizzo pari a 667mila euro per ingiusta detenzione all'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada. Il poliziotto era stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa a 10 anni di carcere, condanna poi bocciata dai giudici di Strasburgo e in seguito dalla Cassazione che aveva revocato il verdetto. La Corte d'Appello di Palermo aveva accolto la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione e nel quantificare il danno aveva tenuto conto sia degli 8 anni scontati da Contrada tra carcere e domiciliari (due anni gli sono stati condonati per buona condotta) sia dei danni morali subiti dall'ex poliziotto e dalla sua famiglia. Ora la Corte dovrà riesaminare la sua decisione.

L'ex numero due del Sisde, il servizio segreto civile, ha 89 anni.

La vicenda processuale

Bruno Contrada, per anni poliziotto in prima linea contro la mafia a Palermo, venne arrestato per concorso in associazione mafiosa il 24 dicembre del 1992, con l'accusa di aver favorito Cosa Nostra avvertendo i boss di retate e appostamenti. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto. In Cassazione l'assoluzione fu annullata con rinvio e nel 2006 la Corte d'Appello di Palermo confermò la condanna a 10 anni. condannarono l'Italia a risarcire il funzionario, destituito dalla polizia di Stato e poi reintegrato come pensionato nel 2017, sostenendo, appunto, che il processo a suo carico fosse illegittimo in quanto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa era stato tipizzato e aveva assunto una dimensione chiara e precisa solo con la sentenza Demitry del 1994. E Contrada era finito davanti ai giudici per fatti precedenti a quella data. Uno spunto, quello della pronuncia della Cedu, che il legale del funzionario usò per chiedere, tramite un incidente di esecuzione, la revoca della condanna. Ma la Corte d'appello di Palermo giudicò il ricorso inammissibile. Ma la Corte d'appello di Palermo giudicò il ricorso inammissibile. Contrada, dall'arresto, ha trascorso 4 anni e mezzo in carcere e 3 anni e mezzo ai domiciliari: due anni gli sono stati condonati per buona condotta.

La revoca della condanna

Dopo la pronuncia di Strasburgo, nel 2017 la Cassazione revocò la condanna per il concorso esterno, privando il verdetto della eseguibilità e degli effetti penali. Tuttavia aveva ridimensionato la portata del verdetto spiegando che "non vi è in effetti alcuno spazio per revocare il giudicato di condanna presupposto, la cui eliminazione non è richiesta, né direttamente né indirettamente, dalla Corte europea dei diritti umani, come è desumibile, oltre che dall'assenza di riferimenti testuali a una tale possibilità, dalle statuizioni relative al rigetto della domanda di equa soddisfazione". Affrontando la vicenda giudiziaria di Contrada, la Corte di Strasburgo - ricordava il verdetto dei supremi giudici italiani - ha stabilito che l'ex poliziotto è stato imputato di un reato la cui "evoluzione giurisprudenziale, iniziata verso la fine degli anni Ottanta e consolidatasi nel 1994", non ha consentito a Contrada di avere "sufficientemente chiaro e prevedibile" il reato di concorso esterno perché i fatti commessi, per i quali è stato condannato in via definitiva, vanno dal 1979 al 1988.

Il commento del legale

"Aspettiamo di leggere le motivazioni per un esame più approfondito, - dice l'avvocato Stefano Giordano - ma è evidente fin d'ora che la Corte di legittimità non ha dato esecuzione alla sentenza di Strasburgo, secondo cui Contrada non andava né processato, né condannato". "Ora la palla passa nuovamente alla Corte d'Appello palermitana. Ma, comunque andrà a finire la vicenda, è probabile che il Contrada non vedrà mai un centesimo di quanto gli spetta, considerate la sua età e le sue condizioni di salute e la lunghezza dei tempi processuali", conclude Giordano. "I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito sono irreparabili e non c'è risarcimento che valga. Io campo con 10 euro al giorno", disse Contrada (che oggi non ha fatto commenti) un anno fa dopo aver saputo del risarcimento.