Pescatori liberati, esplode la gioia a Mazara del Vallo. Vescovo: è la fine di un incubo

Sicilia

"Stamattina questa notizia mi ha fatto rinascere dopo tre mesi bui e di disperazione. Non vedo l'ora di riabbracciare mio figlio", ha detto la madre di Pietro Marrone, uno dei pescatori a bordo dei pescherecci sequestrati

Sono riuniti nella sala dell'aula consiliare del Comune di Mazara del Vallo familiari, amici, colleghi e conoscenti dei 18 marittimi a bordo dei due pescherecci sequestrati in acque libiche la sera del 1 settembre. Con loro anche il sindaco Salvatore Quinci, che comunica le notizie in arrivo da Bengasi. Alla conferma ufficiale della liberazione è esplosa la gioia nell'aula: applausi, grida, pianti e tanti abbracci, tra commozione e senso di liberazione.

"Faremo i giochi di artificio domenica sera per accogliere i pescatori liberati - ha detto il primo cittadino -. Da oggi si apre una nuova era. Chiediamo al governo di avviare una nuova politica per tutelare i nostri marittimi nel Mediterraneo".

La gioia dei familiari

"Ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta!": così Rosetta Ingargiola, 74 anni, mamma di Pietro Marrone, comandante di uno dei pescherecci sequestrati, commenta la notizia della liberazione. "Mio figlio e tutti gli altri pescatori stanno tornando. Ringrazio tutti: Conte, Di Maio, il sindaco, il vescovo, i giornalisti. Non ho parole per riuscire a esprimere tutta la felicità di una mamma e di una nonna che finalmente, dopo 108 giorni, può riabbracciare suo figlio". "Stamattina questa notizia mi ha fatto rinascere dopo tre mesi bui e di disperazione", ha continuato con le lacrime agli occhi. "Siamo felici, oggi è un gran giorno, stavamo perdendo le speranze ma finalmente è arrivata la buona notizia. Non vediamo l'ora di potere riabbracciare i nostri familiari e festeggiare con loro". Poi la donna ha ricordato un altro figlio, anche lui pescatore, morto 23 anni anni fa in un naufragio: "dedico questa liberazione a lui", ha aggiunto. Il suo racconto si conclude mentre in sala consiliare arriva il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Mogavero, accolto da un caloroso applauso.

"Sono felicissima - ha detto la figlia di uno dei pescatori - non ho parole per esprimere la gioia che provo e la felicità nel pensare che presto potrò riabbracciarlo". 

"Sono stati 108 giorni da incubo che finalmente sono finiti. E' un bellissimo regalo di Natale per me e per tutti i familiari dei 18 pescatori. Non vedo l'ora di riabbracciare mio figlio", ha detto all'Ansa Nuccia Giordano, madre di un altro pescatore, Giacomo Giacalone. "Ci siamo tolti un peso dal cuore - ha affermato Ignazio Bonono, 28 anni, figlio di Giovanni, il timoniere dell'Antartide - siamo felici di questa notizia e non vediamo l'ora di riabbracciare i nostri familiari". 

Grande commozione anche da parte dell'armatore del Medinea, Marco Marrone: "E' un'emozione indescrivibile, piango da quando ho avuto la notizia", ha detto l'uomo.

"Finalmente potremo trascorrere un Natale di pace e di serenità con i nostri cari. Sono felice per la loro liberazione". Lo dice Santina Licata, moglie di Vito Barraco, uno dei 18 pescatori.

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"Siamo felicissimi di questa notizia, tanto più bella quanto inaspettata. Tre mesi vissuti insieme ai familiari ci avevano resi scettici ma ora l'incubo è finito. Aspettiamo di trascorrere queste ore di attesa per riabbracciarli. Questo è il più bel regalo di Natale per le famiglie. La gioia è tutta loro ma è anche nostra", ha sottolineato il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero. "Un ringraziamento va all'Unità di crisi, al Governo tutto per l'impegno lungo e faticoso per superare mille difficoltà e giungere alla bella notizia di questa mattina. Un abbraccio grande ai familiari e ai 18 marittimi", ha detto ancora il vescovo.
"I 108 giorni nei quali sono stati trattenuti i 18 pescatori fermati in Libia - ha proseguito - sono stati lunghissimi. In pochi attimi non appena si è saputo della liberazione tutto è cambiato. Nei loro familiari provati da questa vicenda è ricomparso il sorriso. Faremo una grande festa per accogliere. Siamo tutti una comunità unica che credono in Dio. Ho sentito anche la segreteria di Stato del vaticano per ringraziare il Santo Padre Francesco per quello che ha fatto".
"In questi mesi - ha aggiunto ancora Mogavero - sono stato vicino alle famiglie dei pescatori. Tra di loro ci sono mamme, mogli, figlie che avevano bisogno del sostegno della Chiesa. Se ragiono con la testa si tratta di un tempo ragionevole, perchè ci sono state trattative lunghe e laboriose. Se ragiono con il cuore allora devo dire che sono stati tre mesi insopportabili. Poteva succedere di tutto, potevano nascere proteste incontrollabili e invece i familiari dei pescatori hanno affrontato questa prova con grande dignità". Monsignor Mogavero ha sottolineato la compostezza dei familiari di tutti i marittimi, anche di quelli di nazionalità tunisina che non hanno potuto parlare telefonicamente con i loro cari come avvenuto invece per i pescatori italiani. Riferendosi poi alle polemiche sollevate dalle dichiarazioni di alcuni esponenti politici che hanno parlato di "passerella" in Libia da parte di Conte e Di Maio, il vescovo di Mazara ha obiettato: "Non mi pare il caso trasformare anche questo momento di gioia in diatriba politica. A noi interessa che il premier e il ministro degli Esteri siano andati lì a sancire il patto per la liberazione dei nostri pescatori, a noi interessa che adesso stanno tornando a casa". Il vescovo lancia inoltre un appello al governo affinchè non si ripetano nuovi sequestri di pescherecci nel Canale di Sicilia: "Quanto meno portate le nostre navi della Marina Militare al limite delle acque territoriali libiche e fate sorvolare dai nostri aerei la zona al limite della 'no fly zone' per dare il segnale che ci siamo e che non siamo disposti ad accettare ancora lungo questi diktat del governo di Bengasi".

Felicitazioni anche da parte del sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida. "Sarà, nonostante tutto, un bel Natale per la comunità Mazarese ed anche per la nostra città, che dal mare trae sostentamento per molte famiglie. L'opera del Governo e le sollecitazioni ad esso arrivate da più parti hanno avuto buon esito. Adesso potremo rialzare la bandiera della nostra città. Oggi è un gran giorno", ha concluso il primo cittadino.

Musumeci: "Soddisfazione per la doverosa liberazione"

"Soddisfazione e gioia per la doverosa liberazione" dei pescatori è stata espressa dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. "Le istituzioni, tutte insieme, abbiamo lavorato per la soluzione di una vicenda che ha tenuto nell'angoscia le famiglie dell'intero equipaggio e la Sicilia tutta. Non poteva esserci miglior regalo di Natale. Questo conta di più di ogni altro discorso. Sul metodo seguito ci sarà tempo per parlarne". Musumeci inoltre ha ricordato di aver "più volte sollecitato il governo nazionale a intervenire con fermezza per il rilascio degli equipaggi e dei pescherecci". Su proposta del governo Musumeci, nei giorni scorsi, il Parlamento regionale ha destinato 150 mila euro in favore delle famiglie dei pescatori e degli armatori delle due imbarcazioni fermate dai libici. Le risorse finanziarie derivano da una rimodulazione di fondi dell'assessorato regionale dell'Agricoltura, guidato da Edy Bandiera.

Le reazioni dei sindacati

 "Nonostante le difficoltà del nostro Paese nelle trattative di questi mesi con Bengasi, oggi l'unica cosa che ci interessa è unirci alla contentezza di tutti gli italiani per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo", dice il segretario generale di Confsal Pesca Bruno Mariani. "Come organizzazione sindacale del settore ittico - continua - avevamo fatto il possibile per sensibilizzare le istituzioni, le altre parti sociali, le associazioni ed i singoli cittadini ad unirsi al nostro 'grido di allarme' affinchè fosse ristabilita la verità sul loro lavoro nelle acque del Mediterraneo" "Apprendiamo con gioia la notizia della ritrovata libertà dei pescatori mazaresi. Finalmente si chiude una vicenda che ci ha tenuto col fiato sospeso per un numero di giorni che è sembrato infinito", commentano il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio e il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca. Soddisfatto anche Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani e Adolfo Scotti, segretario generale Fai Cisl Palermo Trapani. "Accogliamo con felicità la notizia della liberazione dei 18 pescatori mazaresi, potranno riabbracciare le loro famiglie dopo oltre 100 giorni. - dicono - Grazie a chi come la diplomazia italiana ha consentito il loro ritorno". Sulla vicenda intervengono anche i segretari della Cgil Sicilia e della Flai, Alfio Mannino e Tonino Russo. "Ci siano regole certe e il loro rispetto perchè fatti di questo genere non si ripetano e ci sia piena sicurezza per chi lavora nel mare Mediterraneo", commentano. Anche Giovanni Di Dia della Flai Cgil. chiede al governo "il ripristino della vigilanza per i pescatori nel Mediterraneo" "Esultiamo con le Marinerie di Mazara e di Sicilia ma ora vengano assicurate certezze a tutti i nostri lavoratori del mare, siano garantiti i loro diritti, perché questa lezione e quelle del passato servano finalmente a qualcosa!", dicono, infine, i segretari di Uila e Uila Pesca Sicilia, Nino Marino e Tommaso Macaddino.

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