Il furto era stato denunciato il 29 novembre scorso dallo stesso sacerdote, che si era accorto della sparizione dalla parrocchia di tre pissidi, quattro candelieri, un calice e un ostensorio. Le indagini hanno portato alla denuncia di una persona
Si pente di avere commesso un furto sacrilego insieme ad altre persone e confessa al prete il luogo dove ritrovare la refurtiva. È successo a Racalmuto, nell’Agrigentino. Uno degli autori del colpo messo a segno nella chiesa di San Giuseppe ha infatti deciso di recarsi dall'arciprete Diego Martorana e di raccontare, coperto dal segreto confessionale, quanto aveva commesso, contribuendo così a chiudere il caso. Il furto era stato denunciato il 29 novembre scorso dallo stesso sacerdote, che si era accorto della sparizione dalla parrocchia di tre pissidi, quattro candelieri, un calice e un ostensorio.
Denunciata una persona
Le indagini dei carabinieri della stazione del paese, svolte in collaborazione con gli investigatori del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Canicattì, hanno permesso, durante il sopralluogo in chiesa, di rinvenire alcune tracce lasciate dai ladri. Grazie ad approfonditi accertamenti, è stato identificato un immigrato di origine magrebina tra gli esecutori del furto, poi denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento. Ristretto il cerchio, i militari hanno eseguito numerose e mirate perquisizioni, esercitando una pressione investigativa tale da indurre uno dei membri della banda che ha commesso il furto a recarsi, nelle scorse ore, da padre Martorana e confessare dove sarebbe stato possibile ritrovare il corredo liturgico, trovato e sequestrato dai carabinieri. Il bottino sarà ora restituito alla chiesa di San Giuseppe.