Migranti, Palermo: morto 15enne sbarcato dalla nave quarantena

Sicilia

Il giovane è deceduto all’ospedale Ingrassia: era stato prima trasferito al Vincenzo Cervello, dove però non c’erano posti in rianimazione. È stata chiesta l’autopsia sul corpo. Secondo l’avvocato della “Clinica legale per i diritti umani”, ha dichiarato: “Mi è stato riferito che presentava segni di tortura”

È morto nel pomeriggio di ieri, all'ospedale Ingrassia di Palermo, un migrante 15enne ivoriano sbarcato dalla nave quarantena "Allegra" nei giorni scorsi. Era stato prima trasferito all'ospedale Vincenzo Cervello del capoluogo siciliano, dove non c'erano posti in rianimazione e per questo portato lo scorso sabato all'Ingrassia, dove ieri è deceduto. L'ospedale ha chiesto che venga eseguita l'autopsia.

L’avvocato: “Mi è stato riferito che presentava segni di tortura”

Secondo quanto sta cercando di ricostruire l'avvocato Fulvio Vassallo, componente della "Clinica legale per i diritti umani", il ragazzo presentava sul corpo segni di tortura e, nonostante ciò, sarebbe stato per 11 giorni sulla Open Arms prima di essere trasferito, il 18 settembre, sulla nave quarantena "Allegra". Da qui sarebbe sceso il 29 settembre. Poi il ricovero al Vincenzo Cervello e il trasferimento all'Ingrassia, dove è morto e dove la polizia ha sequestrato la cartella clinica. "Stiamo cercando di ricostruire quanto successo al ragazzo - dice Vassallo - Negli ultimi giorni c'è qualche buco. Le sue condizioni, come mi ha raccontato la tutrice Alessanrea Puccio, erano già serie. Adesso dobbiamo cercare di capire cosa sia successo. In questo momento la tutrice è all'Ingrassia con la polizia per sporgere denuncia. Si dovrà cercare di individuare le responsabilità. Mi è stato riferito che il corpo del ragazzo presentava segni di tortura. Mi chiedo - conclude - come possa essere stato lasciato sulla nave e se a bordo abbia ricevuto le necessarie cure".

Formalizzata la denuncia della tutrice

In mattinata, è stata formalizzata al commissariato Porta Nuova, a Palermo, la denuncia presentata da Alessandra Puccio, tutrice del 15enne. "Abbiamo ricostruito tutti i vari passaggi del povero ragazzo - spiega l’avvocato della donna, Michele Calantropo -. La cartella clinica è stata sequestrata e adesso toccherà alla Procura ricostruire quanto successo e accertare eventuali responsabilità".

Intanto, la Open Arms si dice costernata e addolorati per la morte del giovane migrante. "Le persone che soccorriamo - afferma la Ong - sono tutte in condizioni di salute precarie, hanno subito abusi e violenze e affrontato giorni di attesa in mare”.

Per questa sera, il forum antirazzista ha organizzato una fiaccolata a Palermo per chiedere giustizia per il 15enne.

 

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