Avvocato ucciso nell'Ennese nel 2016, arrestato presunto omicida

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Secondo le indagini, l’indagato e un complice avrebbero esploso tre colpi di pistola alle spalle del legale che stava per entrare a casa. Il movente del delitto sarebbe da collegare all'acquisto di un'autovettura in una concessionaria di proprietà di alcuni parenti della vittima

Svolta nelle indagini sull'omicidio dell'avvocato Antonio Giuseppe Bonanno, ucciso la sera del 28 settembre 2016 a Pietraperzia. Agenti della squadra mobile della polizia di Enna e carabinieri della compagnia di Piazza Armerina hanno arrestato uno dei due presunti esecutori materiali del delitto, A. B., accusato di concorso in omicidio premeditato, riciclaggio e danneggiamento seguito da incendio. Nei suoi confronti gli investigatori hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Caltanissetta su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia.

L’omicidio

Secondo la ricostruzione dell'accusa, l’indagato e un complice, F. G. M., assassinato in un successivo agguato mafioso, avrebbero esploso tre colpi di pistola alle spalle del professionista che stava per entrare a casa. L'avvocato morì due giorni dopo in ospedale. Il movente del delitto, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe da collegare all'acquisto di un'autovettura effettuato dal suocero dell’arrestato, con l'intermediazione di quest'ultimo, in una concessionaria di proprietà di alcuni parenti del legale. Nei giorni immediatamente successivi erano sorte contestazioni in merito sul reale chilometraggio del veicolo e contestualmente l'avvocato Bonanno aveva richiesto all’acquirente di onorare un debito, circostanze che, ricostruisce la Dda di Caltanissetta, avevano alimentato il livore dell'arrestato nei confronti del legale.

Le indagini

Dalle indagini è emerso che il presunto assassino, all'epoca dei fatti vigilante in un supermercato di Caltanissetta, fosse assente dal lavoro proprio il giorno dell'omicidio. L'attività degli investigatori ha permesso di registrare il timore, manifestato dall'indagato, di aver lasciato delle impronte digitali nell'auto utilizzata per l'omicidio, rubata, nonostante fosse stata data alle fiamme. Dagli accertamenti, osserva la Dda Nissena, è inoltre emersa anche la personalità violenta dell'arrestato nei confronti di familiari. L'uomo dopo l'arresto, è stato condotto nel carcere di Enna

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