Ieri sera la polizia ha fermato il convivente della donna, un 32enne che non è il padre del piccolo. Quest'ultimo al momento del decesso presentava lesioni sul corpo. Disposta l'autopsia. Per i due la Procura ipotizza i reati di omicidio volontatio e maltrattamenti in famiglia. Il padre aveva presentato un esposto
Disposto il fermo anche della madre 23enne del bambino di 21 mesi morto all’ospedale Maggiore di Modica, in provincia di Siracusa, dopo il fermo di ieri sera da parte della polizia del convivente della donna, un 32enne che non è il padre del piccolo morto, secondo l'accusa, per postumi da lesioni. A procurargliele sarebbe stato proprio l'uomo. La Procura di Siracusa ipotizza nei confronti dei due i reati di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. Entrambi sono stati condotti in carcere da agenti del commissariato di polizia di Modica che stanno indagando. Disposta l'autopsia sul corpo del piccolo.
Le indagini
Le indagini, coordinate dal procuratore di Siracusa, Sabina Gambino, dall'aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto Donata Costa, sono state avviate in seguito alla segnalazione dei medici del pronto soccorso, dove un'ambulanza del 118 ieri ha portato il piccolo dopo averlo soccorso nella casa della coppia a Rosolini, nel Siracusano. A insospettire fin da subito è stata la presenza di lividi sul collo e sul corpo del bambino: il medico che ha visitato il bambino è rimasto "senza parole" e quasi "sotto shock" ha avvertito subito la polizia. Stando a quanto emerso finora, non sarebbe stata la prima volta che il piccolo subiva violenza fisica dal "patrigno", che in passato, in altri contesti, era stato già denunciato per maltrattamenti in famiglia. L'uomo si sarebbe più volte lamentato perché non sopportava i suoi continui pianti e per questo, sostengono gli inquirenti, lo scuoteva e lo picchiava. Nei mesi scorsi avrebbe anche causato al bimbo una frattura, diagnosticata e medicata all'ospedale di Noto: ai dottori del pronto soccorso spiegarono che il piccolo se la era provocata cadendo a terra.
Violenze anche in passato
Dopo la denuncia da parte del medico, la polizia ha individuato subito il 32enne e la madre, che ha prima cercato di "coprire" il compagno, ma poi ha raccontato l'accaduto e ha svelato le violenze che l'uomo avrebbe commesso nel tempo anche nei suoi confonti, senza mai presentare denuncia. Un atteggiamento che per l'accusa l'ha resa in qualche modo complice del delitto in quanto non ha protetto un piccolo indifeso. Nessuna aggressione, invece, avrebbe subito un altro figlio, più grande, di circa sei anni, che la 23enne aveva avuto durante una precedente relazione e del quale ora si occuperà il Tribunale per i minorenni di Catania, che dovrà decidere sul suo affido temporaneo.
Il padre aveva presentato un esposto
Il padre del bambino, invece, non vive più da tempo a Rosolini, ma in Liguria alla ricerca di un lavoro maggiormente stabile. Qui aveva presentato lo scorso luglio un esposto per maltrattamenti contro ignoti per lesioni ai danni del figlio. L'iniziativa sarebbe dovuta a dei lividi che il piccolo aveva in volto, vicino all'orecchio. La nonna paterna aveva visto le lesioni e le aveva documentate con delle foto scattate al bambino che pare avesse anche problemi a camminare. Anche in questo caso, la madre si era giustificata raccontando che il bambino era caduto mentre giocava. Inoltre, i familiari del padre avevano notato in passato che "il bambino non era sereno" e avevano incaricato un legale di fare intervenire i servizi sociali perché non vedevano il piccolo con continuità, e nell'ultimo tempo da diversi giorni.
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