Palermo, confessa l'omicidio dell'amante su spinta del prete

Sicilia
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L'uomo avrebbe assassinato la ragazza nel 2015 e, negli ultimi tempi, preso dal rimorso, aveva cominciato a frequentare una parrocchia. Il sacerdote gli aveva detto che per ottenere il perdono di Dio doveva presentarsi alle autorità e confessare

A Palermo un uomo di 46 anni, D.T., è da ieri in stato di fermo dopo che si è presentato ai carabinieri per confessare l'omicidio di una giovane donna rumena di 33 anni, Ruxandra Vesco detta Alessandra.

Il ritrovamento del corpo

I resti della vittima sono stati trovati, in dei sacchi neri gettati da un dirupo sul Monte Pellegrino, dai pompieri. L'uomo, che ha un precedente per stalking ed era stato rimesso in libertà nel periodo del Covid, avrebbe assassinato la donna nel 2015 strangolandola con una corda. Negli ultimi tempi, preso dal rimorso, aveva cominciato a frequentare una parrocchia. Il sacerdote gli aveva detto che per ottenere il perdono di Dio doveva presentarsi alle autorità e confessare. 

Il racconto dell'uomo

Nella confessione al pm l'uomo racconta di aver conosciuto la donna nell'estate 2015 all'Addaura. "Era una senza tetto - spiega - perché il marito con cui viveva ad Alcamo insieme ai figli l'aveva buttata fuori casa. Tra noi è nata una relazione sentimentale e sessuale". In quel momento la moglie del 46enne era in Romania, e lui racconta di aver ospitato Ruxandra nella sua villetta all'Addaura. Quando la moglie è tornata lui, secondo il suo racconto, ha portato l'amante nell'hotel san Paolo pagando il soggiorno. 

Prostituzione e usura

Il 46enne racconta inoltre di aver garantito un prestito di 2000 euro fatto alla vittima da un suo conoscente (che ritiene pericoloso e di cui non indica le generalità) e che fino alla restituzione della somma Ruxandra doveva dare un interesse settimanale di 50 euro. Per questo la donna si prostituiva, con la protezione del 46enne. L'uomo ha confessato di usare cocaina (fa anche il nome di chi gliela forniva) così come Ruxandra e di gestire un giro di prostituzione nelle strade adiacenti il porto di Palermo. L'indagato dice di aver ucciso la donna, il 13 ottobre 2015, perché "non solo lei voleva trasferirsi a casa mia ma minacciava di denunciarmi dicendo che io facevo il magnaccia". L'uomo sostiene che dopo la morte di Alessandra ha saldato il debito con "un certo Michele che vive allo Zen, non voglio dire altro perché è una persona pericolosa ed gli hanno anche sparato". "Non voglio parlare di questo Michele - aggiunge - anche per fatti diversi rispetto al fatto che fosse un usuraio. Non posso dire se questi fatti c'entrano con la morte di Alessandra, in carcere non sopravviverei due giorni".

Su Facebook è stata creata una pagina "Truffatrice ad Alcamo" in cui la vittima viene accusata di essere una truffatrice seriale. Per ora non sembra che il delitto sia collegato alla presunta attività di truffatrice. 

Le parole del sacerdote

"Era addolorato, si è pentito. La porta del suo cuore l'aveva già spalancata al Signore. Ritengo di aver letto nel suo racconto tanto dolore, tanta sofferenza e un sincero pentimento". Lo dice il sacerdote che ha spinto il 46enne a confessare il delitto. "Quell'uomo voleva mettere in pace la propria coscienza con il Signore, voleva cambiare vita e questo l'ho percepito con estrema chiarezza". E poi ricorda: "Ci siamo incontrati per la prima volta oltre un mese fa anche se non era un fedele della mia comunità. Da allora ha iniziato il suo percorso e ci siamo visti quasi ogni giorno. Gli ho detto che era fondamentale chiudere i conti con la giustizia prima ancora di ricongiungersi con il Signore".

Le dichiarazioni del legale

"È stata una scelta maturata e arrivata dopo un percorso di conversione". Lo dice il legale del 46enne. "È una vicenda che ha scosso tutti. Ancora ci sono diversi aspetti da chiarire e verificare. Il mio assistito era uscito dal carcere a marzo. Era accusato di stalking. Poi un periodo ai domiciliari e il costante avvicinamento alla fede lo hanno portato alla decisione di confessare il delitto". 

 

 

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