Palermo, vendevano case che non avevano: ai domiciliari 2 imprenditori

Sicilia
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L’operazione “Fontana di Trevi” è stata condotta dai carabinieri. In manette un 49enne e una 62enne, accusati di autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Indagata una terza persona per truffa, con precedenti specifici

G.G., un 49enne, e R.G., una 62enne, due imprenditori, sono stati arrestati dai carabinieri per aver cercato di vendere appartamenti di cui non avevano disponibilità. I due sono accusati a vario titolo di autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita sono stati. Il provvedimento è del gip del tribunale di Palermo Nell'operazione è indagata una terza persona accusata di truffa e con precedenti specifici.

L’operazione

L'operazione, condotta dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura di Palermo e da quelli della compagnia di Monreale, non a caso è stata denominata "Fontana di Trevi", richiamando un film di Totò in cui il protagonista tenta di vendere il monumento di Roma.

Le indagini

L’indagine è partita dalla denuncia di un professionista del settore immobiliare che, dopo aver versato mezzo milione di euro non era riuscito a venire in possesso di appartamenti per i quali aveva iniziato una trattativa. Girgenti diceva agli acquirenti di possedere la disponibilità di diversi immobili in Italia, anche a Milano e a Roma, riuscendo a farsi consegnare, anche mediante bonifici, ingenti somme di denaro. Ma non procedeva mai alla stesura degli atti di vendita. I carabinieri hanno acquisito la movimentazione delle somme ricevute e nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato documenti ancora al vaglio degli investigatori. 

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