Secondo gli inquirenti, dalle indagini è emerso un fitto intreccio di interessi illeciti che ha portato le vittime dell'attentato allo scontro con un gruppo malavitoso
Sette persone sono state arrestate dai carabinieri, a Gela, con l'accusa di essere coinvolte nel tentativo di omicidio dei fratelli Antonino e Ruben Raitano, avvenuto il 2 ottobre scorso, nel quartiere Settefarine. Dalle indagini sul caso sarebbe emerso un fitto intreccio di interessi illeciti che ha portato, secondo gli inquirenti, i Raitano allo scontro con il gruppo malavitoso dei Trubia. I provvedimenti restrittivi (4 in carcere e 3 ai domiciliari), emessi dal gip del tribunale di Gela su richiesta del procuratore, Fernando Asaro, riguardano gli stessi fratelli Raitano, Giacomo Tumminelli, Giovanni Simone Alario, Vincenzo, Giuseppe e Rosario Trubia. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di "tentato omicidio, rapina aggravata, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni personali aggravate, ricettazione, favoreggiamento personale, favoreggiamento reale, minacce aggravate e violazione delle prescrizioni imposte con la sorveglianza speciale".
Le indagini
Secondo gli inquirenti, lo scontro tra bande sarebbe avvenuto per un regolamento di conti dovuto alla spartizione dei "proventi derivanti dalla commissione di reati contro il patrimonio, il che aveva dato avvio ad una vera e propria 'catena di violenza' tra famiglie rivali, entrambe protese all'allargamento delle rispettive aree di influenza". L'operazione di magistratura e carabinieri, denominata Revenge, ha permesso di accertare, secondo i magistrati, che i due gruppi criminali avrebbero potuto disporre anche di un notevole quantitativo di armi e munizioni.