I giudici hanno riformato la sentenza del processo di primo grado pronunciata dal gup del Tribunale di Siracusa che in abbreviato aveva condannato il giovane di 23 anni a 10 anni riconoscendo il concorso anomalo. Il legale ha preannunciato ricorso per Cassazione
La Corte d'Assise d'appello di Catania ha condannato M.G. a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Giuseppe Scarso, l'80enne che nella notte tra l'1 e il 2 ottobre del 2016 fu aggredito e dato alle fiamme nella sua abitazione in ronco II in via Servi di Maria a Siracusa. La vittima morì nell'ospedale Cannizzaro a Catania, dopo oltre due mesi di agonia.
Sentenza riformata
I giudici hanno riformato la sentenza del processo di primo grado pronunciata dal gup del Tribunale di Siracusa che in abbreviato aveva condannato il giovane di 23 anni a 10 anni riconoscendo il concorso anomalo. Il procuratore generale ha impugnato la sentenza sollecitando il concorso pieno del giovane che aveva partecipato quella notte all'aggressione insieme ad A.T. di 22 anni, condannato dai giudici della Corte d'Assise a 20 anni di reclusione. L'avvocato Ganci ha sostenuto che l'intenzione dei giovani era quella di infastidire l'anziano, ma poi era stato Tranchina a prendere la bottiglietta con il liquido infiammabile, gettandolo sull'anziano e a dando fuoco. Ma secondo i giudici di Catania avrebbe preso parte anche lui all'azione. Il legale ha preannunciato ricorso per Cassazione.