Catania, blitz antidroga: arresti e sequestro di 386 chili di cocaina

Sicilia
L'operazione (ANSA)

Sono sette le misure restrittive, un fermo per due indagati e un ordine di arresto internazionale per altri cinque, eseguiti dalla guardia di finanza

Operazione antidroga, coordinata dalla Dda di Catania, tra Italia, Spagna, Messico e Colombia. Sono sette le misure restrittive, un fermo per due indagati e un ordine di arresto internazionale per altri cinque - due dei quali eseguiti in Spagno -, eseguiti dalla guardia di finanza. Fermate anche altri sue indagati, mentre altre tre persone sono attualmente irreperibili. Il blitz ha portato al sequestro di 386 chili di cocaina (dal valore di circa 20 milioni di euro), oggetto anche di una consegna controllata da Bogotá a Catania, dopo una rogatoria della Procura Distrettuale etnea all'autorità della Colombia. 

I destinatari dei mandati d’arresto

Tra i destinatari di un mandato d’arresto europeo, figura il messicano Jose Angel Rivera Zazueta, di 33 anni, noto con il nome di "El flaco", considerato dagli investigatori un collettore di sostanze stupefacenti in Colombia per poi smistarla all’estero. L'uomo è ritenuto molto vicino al capo cartello di Sinaloa e operante in tutto il mondo. Le altre due persone, non rintracciate in Europa, nei confronti delle quali è stato emesso un mandato di arresto internazionale sono un 33enne guatemalteco e un altro messicano di 53 anni. Sono un italiano e uno spagnolo, invece, le persone arrestate dalla polizia spagnola. I fermati, infine, sono due guatemaltechi considerati diretta diramazione del cartello messicano di Sinaloa.

Base logistica

La droga, arrivata a Catania in aereo l'11 gennaio scorso come carico di 'libri', non era destinata a essere spacciata in Sicilia, ma il capoluogo etneo era stato scelto come "base logistica": la cocaina, infatti, era stata conservata in un locale della città. in attesa di essere smistata e spedita nel Nord Italia e in Europa. 

I dettagli dell’operazione

L'operazione è stata caratterizzata, tra l'altro, dall'esecuzione di operazioni speciali come consegne controllate e differimento di sequestri e arresti, intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno documentato l'operatività degli indagati tra Catania, Roma, Milano, Genova e Verona. I Finanzieri del Gico hanno mantenuto con la Polizia nazionale colombiana un costante collegamento investigativo che ha consentito di ricostruire un'intera catena di fornitura della cocaina gestita dal cartello messicano di Sinaloa dalla zona di produzione della Colombia fino a Catania. Il carico di cocaina che si doveva far arrivare a Catania sarebbe stato concentrato a Bogotá in tre distinte fasi dai narcos messicani, avvalendosi dei due guatemaltechi fermati e di un intermediario. Una prima partita di tre chili sarebbe stata poi spedita a Verona, dove sarebbe stata proposta ad acquirenti italiani.  

Colombia disposta a collaborare

Durante la conferenza stampa tenuta oggi dalla guardia di finanza di Catania, sono intervenuti in videoconferenza esponenti della polizia spagnola e colombiana. Quest’ultimi, in particolare, hanno sottolineato che il loro Paese è "aperto alla collaborazione internazionale" contro il narcotraffico e che sono "disposti a collaborare per poter ottenere tanti successi come questo". Per le autorità colombiane, che si sono dette "liete di aver partecipato all’operazione", "è importante continuare e portare fino alle ultime conseguenze questa azione perché c'é ancora lavoro da fare".

"Risultati grazie a collaborazione internazionale"

"È stata un'operazione molto difficile e c'è voluto tanto tempo - hanno spiegato - ma grazie agli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione è stata possibile. Siamo consapevoli - hanno aggiunto - che nel nostro territorio ci sono i laboratori e sappiamo che dalla Colombia arriva droga che copre il mercato internazionale e influisce anche sulla nostra economia. Grazie alla collaborazione si riescono ad avere piccoli ma molto importanti successi anche a livello internazionale".

I più letti