Questo è l'epilogo di un'intensa e articolata indagine effettuata nell'estate del 2018 a San Leone, frazione e principale lido della città
La polizia ha eseguito cinque misure cautelari a carico di altrettanti indagati per spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Questo è l'epilogo di un'intensa e articolata indagine effettuata nell'estate del 2018 a San Leone, frazione e principale lido di Agrigento, con l'aiuto anche di telecamere che hanno permesso di portare alla luce numerose cessioni di stupefacenti.
La ricostruzione della polizia
Gli indagati spacciavano noncuranti dei numerosi passanti e senza alcuna remora o precauzione. Agli arresti domiciliari sono così finiti A.C.T. di 30 anni e F.H. di 27 anni. Obbligo di dimora con prescrizioni, invece, per L.D.M. di 20 anni e A.B. di 22 anni. Divieto di dimora inoltre per un altro soggetto. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati hashish, anfetamine, ecstasy, cocaina, per un totale complessivo di circa 250 grammi. Inoltre, la misura cautelare a carico di L.D.M - come hanno reso noto, durante la conferenza stampa in Questura, i poliziotti della squadra Mombile - è stata sospesa perché rintracciato a Palermo, durante la perquisizione domiciliare, ed è stato trovato in possesso di circa 133 grammi di hashish, un bilancino di precisione e un taglierino. Il giovane è stato, dunque, arrestato in flagranza di reato ed è stato posto agli arresti domiciliari.
Le parole del capo della Squadra Mobile Giovanni Minardi
"E' normale che nella piazza centrale di San Leone succeda questo e non arriva neanche una telefonata? - si è chiesto il capo della Squadra Mobile, Giovanni Minardi -. Succedeva non a dicembre, ma nel periodo estivo quando c'è un mare di persone. Nessuna telefonata, nessuna segnalazione né dai tanti esercenti commerciali che sono presenti nella zona, né da un cittadino che sta passeggiando con la propria moglie a San Leone". "Spaccio con nonchalance: seduti sul motorino o al bar con l'hashish messo sul tavolo - ha raccontato Minardi -. Come possiamo permettere tutto questo? A fronte di fiumi di episodi non abbiamo registrato veramente neanche una misera segnalazione. Ricordo a tutti che c'è la app della polizia: youpol. Non c'è bisogno di registrarsi e la segnalazione avviene in maniera assolutamente anonima, si può mandare un video, una foto che, adesso, è semplice realizzare con i cellulari".