Ad altre tre persone è stata notificata la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di residenza. Secondo gli inquirenti, gli indagati gestivano lo spaccio di hashish a Misilmeri
Cinque mesi di indagini e otto ordinanze di misure cautelari per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, questo il bilancio dell'operazione denominata "Pablito", con cui i carabinieri sono riusciti a smantellare la filiera dello spaccio che riforniva di hashish la piazza di Misilmeri (Palermo). Tre degli indagati sono stati condotti nella Casa Circondariale di Termini Imerese: S. B. 47 anni, M. Al., 41 anni, e G. P. di 25; il quarto, P. P., 31 anni, è stato posto agli arresti domiciliari, mentre ad altri tre indagati è stata notificata la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di residenza, nonché dell'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. L'ottavo indagato infine, il diciottenne B.G. che però all'epoca dei fatti era ancora minorenne, si trova nel carcere minorile Malaspina di Palermo.
L'inchiesta
L'attività investigativa, condotta dai carabinieri della compagnia di Misilmeri e coordinata dalla procura di Termini Imerese, attraverso pedinamenti e servizi di osservazione ha consentito di documentare oltre 600 episodi di spaccio da parte degli indagati nei confronti di ragazzi, molti dei quali minorenni. Secondo le indagini, i pusher facevano capo a S. B. il quale si riforniva di ingenti quantitativi di hashish da alcuni "grossisti" palermitani tra i quali G. P. e M. A. Gli indagati, per fare riferimento allo stupefacente per telefono, utilizzavano termini convenzionali come "croccantini", "cose marroni", "lenticchie", "pigiamini". Durante le indagini i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato 3 persone, sequestrato circa 700 grammi di hashish e segnalato alla prefettura decine di clienti.