Palermo, spaccio di droga nel quartiere Borgo Vecchio: 18 arresti. VIDEO

Sicilia
Foto di archivio (ANSA)

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e detenzione di stupefacenti. Secondo gli inquirenti l'organizzazione operava con il benestare della famiglia mafiosa della zona

Una rete capillare di spaccio all'interno del quartiere Borgo Vecchio. a Palermo, è stata smantellata dagli agenti di polizia che questa mattina hanno fatto scattare l'operazione 'Push Away'. L'organizzazione, che coinvolgeva interi nuclei familiari, è stata raggiunta da 23 misure cautelari emesse del Gip del Tribunale di Palermo. Per 8 sono scattati gli arresti in carcere, per altri 10 i domiciliari, mentre per 5 è stato disposto l'obbligo di firma. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e detenzione di stupefacenti.

L'operazione 'Push Away'

Le indagini, avviate nel 2017, hanno documentato lo spaccio di hashish e marijuana in alcune zone del quartiere Borgo Vecchio, dove era possibile reperire facilmente lo stupefacente per strada. L'organizzazione operava con il benestare della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Secondo gli inquirenti, è stata accertata l'esistenza di un forte vincolo associativo, testimoniato dall'esistenza di una cassa comune, dalla rigorosa ripartizione di ruoli all'interno dell'organizzazione e dall'esistenza di regole rigide con sanzioni nei confronti di chi 'sgarrava'. Nell'ambito delle indagini su due coppie di coniugi è emerso, anche il ruolo di rilievo assunto dalle mogli, le quali avrebbero avuto il compito di 'ragioniere' dell'associazione e all'occorrenza di bonificare le abitazioni in caso di controlli delle forze dell'ordine. I nuclei familiari, inoltre, non si facevamo scrupolo di utilizzare anche minorenni, per trasportare la droga.

Droga al Borgo Vecchio

Sono centinaia gli episodi di cessioni di Hashish e Marijuana documentati. Le indagini hanno consentito di far luce su un’associazione di spacciatori, composta da tre livelli verticistici, tra loro comunicanti, strumentali al funzionamento della stessa, che operavano sotto l’egida della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio: collettori e grossisti, confezionatori e i rifornitori di vari pusher. La banda in alcune circostanze ha allontanato degli spacciatori indisciplinati che avevano trattenuto per sé una quota più alta dei proventi dello spaccio rispetto al 20% pattuito. Un’altra rigida regola dell’associazione, passibile di 'sanzione', era che lo stupefacente da smerciare fosse fornito solo attraverso i canali del Borgo Vecchio e che dovesse provenire solo dal popoloso quartiere.

L'organizzazione

I primi due livelli dello spaccio erano gestiti da altrettante coppie di insospettabili coniugi del Borgo Vecchio, che gestivano dai loro appartamenti i carichi di hashish e marijuana il cui terminale era rappresentato dai pusher di piazza Alfano, principale luogo di smercio della droga. Dai servizi di osservazione, pedinamenti e controlli sarebbe emerso come una coppia di coniugi della banda custodisse presso la loro abitazione hashish e marijuana che poi suddividevano in dosi, avvalendosi anche di alcuni giovani sodali, per poi consegnare la droga ai pusher per la vendita in piazza.

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