Migranti, Nave Mare Jonio: sbarcati donne e bambini

Sicilia
Immagine di archivio (ANSA)

L'annuncio della ong Mediterranea Saving Humans. Nelle ore scorse era stata richiesta assistenza per le condizioni dei 99 migranti, specialmente donne incinte e bambini 

"Sbarcati bambini, donne incinte e i naufraghi più vulnerabili. Ancora in 34 a bordo tra le onde. Fateci sbarcare tutti". Lo ha scritto su Twitter Mediterranea Saving Humans, riferendosi alla situazione sulla nave Mare Jonio. "Dopo le tante richieste che abbiamo avanzato da questa mattina, finalmente le autorità italiane hanno permesso alla Guardia costiera di venire a trasbordare su una motovedetta, per portali a terra, i naufraghi più vulnerabili: donne incinte, mamme con bambini e minori non accompagnati". 

L'annuncio della ong Mediterranea Saving Humans arriva dopo una lunga giornata iniziata alle ore 6:00 di oggi, giovedì 29 agosto, quando la nave Mare Jonio ha raggiunto il limite delle acque territoriali a sud di Lampedusa. La motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato l'imbarcazione per fare salire a bordo due ufficiali della Finanza, che hanno notificato il decreto del ministro degli Interni, che vieta di entrare.

Richiesta assistenza per donne incinte e bambini

La ong ha richiesto assistenza per le condizioni a bordo dei 99 migranti, in particolare per donne incinte e bambini: "Per noi il salvataggio si concluderà solo quando ognuno dei naufraghi sarà a terra, curato e assistito. Fino ad allora noi con loro, loro con noi", ha scritto su Twitter l’organizzazione.

Il Viminale: "Sì allo sbarco di donne, bambini e malati"

La richiesta della ong era stata parzialmente accolta: "Come sempre fatto in passato, dalla Mare Jonio potranno scendere donne, bambini e malati. Rimane confermato il divieto di ingresso e sbarco per una nave che non rispetta le leggi e che preordinatamentre provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia", fanno sapere fonti del Viminale.

Mare Jonio chiede riparo, maltempo complica

A complicare la situazione dei migranti a bordo dell'imbarcazione ci avevano pensato le avverse condizioni meteorologiche: "In questo momento ci sono onde di oltre due metri che rendono la vita a bordo della Mare Jonio molto difficile. Molti naufraghi si sentono male. Per questo abbiamo chiesto a Capitaneria di porto l'autorizzazione a riparare a ridosso dell'isola: restiamo in attesa di risposta", fanno sapere dalla Mediterranea Saving Humans, evidenziando che la "situazione è critica".
Risposta che, secondo quanto riferisce la ong su Twitter, sarebbe stata negativa: "La Capitaneria di Porto ci ha negato il riparo sotto costa: hanno ribadito di restare fuori dalle acque territoriali. Rimaniamo al largo, nel mare ingrossato", si legge sui social.

Orfini e De Magistris si rivolgono a Conte

Sulla vicenda, sempre su Twitter, è intervenuto anche il deputato del Pd, Matteo Orfini: "Giuseppe Conte annuncia un nuovo umanesimo. Bene. Immagino quindi che gli esseri umani salvati dalla Mare Jonio verranno sbarcati immediatamente. E sono certo che la delegazione del mio partito che incontrerà il presidente incaricato lo chiederà con grande forza", le sue parole. Gli ha fatto eco il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che si è rivolto direttamente al premier Conte: "Signor Presidente del Consiglio Conte, ho letto che il governo che si appresta a costituire sarà nell'ottica della novità. Cominci subito, ora, perche' domani potrebbe essere tardi. Dia l'ordine di far entrare immediatamente la nave Mar Jonio a Lampedusa. Solo rimanendo umani ci salveremo!", le sue parole sui social.

Il medico: "Situazione sanitaria drammatica"

"Tra i tanti bambini sulla Mare Jonio, cinque sono intorno all'anno e 13 sono minori soli, tra cui un bambino di 9 anni, che da quando è salito dorme e non mangia". A scriverlo è il medico a bordo della nave, Donatella Albini, che ieri ha visitato tutti i passeggeri e firmato un report sanitario che denuncia una "situazione sanitaria drammatica. È necessario sbarcare e avere cura di tutti e di tutte - scrive la ginecologa bresciana al presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia Ottavio Di Stefano (Brescia) - con strumenti e in luoghi adatti, ma soprattutto nel rispetto della dignità umana, come ci impone il nostro codice deontologico.
"Stanno male perché sono malati? Anche, - commenta Di Stefano - ma stanno male perché sono lì. Punto. Dalle parole di Donatella emerge una sofferta richiesta di aiuto: qui stanno male tutti per quello che hanno passato e stanno passando, indipendentemente dalla nosografia delle malattie che consentano lo sbarco per motivi di salute. Da sempre ci hanno insegnato che dobbiamo curare le donne e gli uomini e non le malattie".

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