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Stromboli, le esplosioni hanno provocato un piccolo tsunami

Sicilia
Lo Stromboli dopo l'eruzione (Ansa)

Lo rende noto l'Ingv di Catania, sottolineando che il fenomeno non ha avuto un impatto significativo. Registrata una variazione del livello del mare di 40 cm 

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Le esplosioni avvenute nel pomeriggio di mercoledì 3 luglio sullo Stromboli (FOTO - VIDEO), con la conseguente espulsione di una discreta quantità di materiale piroclastico in mare, hanno provocato un piccolo tsunami, il cui impatto, però, non è stato significativo. A renderlo noto è l’Ingv di Catania in una nota di aggiornamento sulla situazione, dove illustra che la stazione dell'Ispra a Ginostra "ha registrato una variazione con un picco di circa 40 cm del livello del mare in corrispondenza della sequenza parossistica”. Nella serata di ieri, si registravano ancora “attività di spattering dall'area centro-meridionale e un trabocco lavico attivo che genera quattro flussi attivi, che si propagano nel settore meridionale della Sciara del Fuoco raggiungendo la linea di costa”.

I geologi: “La situazione sembra rientrata nella normalità”

"L'esplosione nel vulcano di Stromboli del 3 luglio è un classico esempio di eruzione parossistica con rilascio di ceneri e lapilli e alte colonne di gas e polveri superiori anche ai 2 chilometri", ha affermato Antonio Alba, membro del Consiglio nazionale dei geologi. "Nonostante l'imprevedibilità dello Stromboli, la situazione sembrerebbe rientrata nella normalità, pur continuando l'attività eruttiva” ha aggiunto Alba. “L'eruzione può essere considerata straordinaria e imprevedibile. Ma i piani di emergenza con le relative norme comportamentali devono essere previsti per i frequentatori del vulcano e per la popolazione, affinché si completi il ciclo delle attività di protezione civile", ha invece commentato Carlo Cassaniti del centro Studi del consiglio nazionale dei geologi. "Abbiamo infatti avuto nel recente passato diversi episodi simili e nel 1930 si sono registrate anche delle vittime. Questo evento – prosegue Cassaniti - contribuirà ad arricchire la conoscenza degli scienziati che studiano e monitorano i vulcani siciliani al fine di capire se, nel prossimo futuro, sarà possibile individuare eventuali segnali premonitori anche su tali fenomeni esplosivi a grande energia, così da poter pianificare un'attività preparatoria per la messa in sicurezza della popolazione residente e dei visitatori in quota".