Operazione antidroga a Palermo, smantellata organizzazione criminale
SiciliaEseguite 19 misure cautelari. L’organizzazione riforniva tutta la Sicilia con ingenti quantità di stupefacente proveniente dalla Calabria e dalla Campania. Sequestrate attività commerciali riconducibili a componenti del gruppo
Un’organizzazione criminale che riforniva tutta la Sicilia con ingenti quantitativi di droga, proveniente dalla Calabria e dalla Campania, è stata smantellata in seguito a un'operazione antidroga della polizia di Stato. Il Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha disposto 19 misure cautelari, che sono state eseguite dagli agenti della squadra mobile del capoluogo siciliano. Con lo stesso provvedimento eseguito oggi, la magistratura ha disposto anche il sequestro di alcune attività commerciali, riconducibili ad alcuni componenti del gruppo.
Le indagini
Le indagini hanno consentito di ricostruire i ruoli dei componenti dell'organizzazione che gestiva le spedizioni, lo stoccaggio e il pagamento della droga. L'operazione, denominata in codice "Blacksmith", è nata da una precedente indagine della squadra mobile che, nel 2016, aveva scoperto un traffico di cocaina dal Sud America e dalla Calabria, che riforniva le piazze di spaccio palermitane. In quello stesso anno, le indagini avevano portato all'arresto di Alessandro Bono, che si occupava dell'importazione di cocaina dal Sud America, e di Francesco Tarantino, che portava a Palermo la cocaina dalla Calabria. Seguendo le attività di Tarantino, gli agenti dell'antidroga sono arrivati a Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio, arrestati oggi e considerati i capi dell'organizzazione.
Il narcotraffico
La droga arrivava dalla Campania e dalla Calabria a bordo di grossi camion, che venivano scaricati a Carini (Palermo) in un capannone di proprietà dei fratelli Anthonj e Salvatore Basile, in via Dominici nella zona industriale. Da qui, lo stupefacente veniva reindirizzato verso varie destinazioni, da Siracusa, a Trapani. A Palermo arrivava nascosto tra la frutta dei Piaggio Porter, effettuando diversi viaggi per evitare di dare troppo nell'occhio. La droga era fornita da Giovanni Visiello e Savino Intagliatore entrambi di Torre Annunziata (Napoli). Il corriere dell'organizzazione era, secondo l'accusa, Pietro Morvillo, mentre Tommaso Marchese era il cassiere che utilizzava l'impianto di carburante in viale Michelangelo a Palermo e la casa dei suoceri, Vito Lo Grasso e Angela Caruso, come base logistica.
Le precedenti operazioni
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati quattro chili di cocaina l'11 novembre del 2016, arrivata dalla Calabria. Il 21 marzo, a Trapani, è stato arrestato un corriere a cui sono stati sequestrati 50 chili di hashish e due chili di cocaina. Lo stupefacente era stato trasportato a bordo di un camper da Morvillo con l'aiuto del partinicese Bongiorno. Il 23 maggio del 2017 sono stati arrestati Giuseppe Flandina e il figlio Vincenzo Paolo a cui sono stati sequestrati 300 chili di hashish nascosti nell'autorimessa alla Zisa. La droga era stata trasportata tra la frutta su due piaggio Porter. Il 18 gennaio dello scorso anno sono stati sequestrati i 10 chili di cocaina nello stabilimento di Carini. In casa di Basile erano stati trovati 1470 chili di hashish. Altri mille chili di hashish sono stati consegnati il 6 giugno del 2018 e altri 300 chili sempre a Carini il 13 novembre.
"Colpo a diverse basi di spaccio"
"Dalle intercettazioni è emerso - dice il capo della squadra mobile, Rodolfo Ruperti - che Di Maggio e Dragotto, i capi dell'organizzazione, vantavano una grossa disponibilità economica che gli consentiva di acquistare ingenti quantitativi di hashish. Con questa operazione è stato dato un colpo a diverse basi di spaccio in Sicilia che venivano rifornite dall'organizzazione che poteva contare su solidi contatti con Cosa Nostra. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati diversi esercizi commerciali e abitazioni utilizzati dalla banda come basi dell'attività di smistamento degli stupefacenti".