Scoperta loggia segreta a Castelvetrano: 27 arresti, tra cui ex presidente Ars Cascio
SiciliaSono finiti in manette diversi noti esponenti politici, nonché tre poliziotti. Alla base di tutto ci sarebbe l'ex deputato regionale di FI Giovanni Lo Sciuto
I carabinieri hanno effettuato un'operazione, detta 'Artemisia', contro una loggia massonica segreta a Castelvetrano. I militari, coordinati dalla Procura, hanno eseguito su ordine del Gip di Trapani 27 arresti. Altre dieci persone risultano indagate a piede libero. Tra gli arrestati figurano esponenti politici come l'ex presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Francesco Cascio, l'ex deputato regionale di FI Giovanni Lo Sciuto, e l'ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante Jr.
La loggia
La loggia aveva come obiettivo il condizionamento delle attività di organi costituzionali e della pubblica amministrazione, e sarebbe stata collusa con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell'ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell'imprenditoria. In particolare, avrebbe condizionato scelte politiche e amministrative, come la nomina di quattro assessori a Castelvetrano, l'assegnazione di pensioni di invalidità o indennità di accompagnamento e l'assunzione in strutture pubbliche e private.
I reati
I reati contestati, a vario titolo, sono di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento personale, abuso d'ufficio e associazione a delinquere segreta finalizzata a interferire con la pubblica amministrazione. Per gli stessi reati sono stati notificati anche cinque obblighi di dimora, una misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio e altre quattro informazioni di garanzia.
Le indagini
I militari hanno perquisito i locali della loggia, sita in via Giuseppe Parini. Le indagini, avviate nel 2015, avrebbero accertato l'esistenza di una associazione a delinquere, capeggiata da Lo Sciuto, con la collaborazione del massone Giuseppe Berlino, composta anche dall'ex sindaco, dall'ex vicesindaco Vincenzo Chiofalo e dal commercialista massone Gaspare Magro. Sono emersi anche diversi episodi di violazione del segreto istruttorio, nonché di favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto da parte di appartenenti alle forze dell'ordine e di esponenti politici regionali, come Cascio. A carico di Lo Sciuto suo carico sono emersi gravi indizi di colpevolezza per reati contro la pubblica amministrazione, commessi con l'obiettivo di ampliare la propria base elettorale e potere politico. A tal fine, Lo Sciuto avrebbe creato un sodalizio con Rosario Orlando, già responsabile del Centro Medico Legale dell'Inps e poi collaboratore esterno dello stesso ente, quale "medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili".
Gli accordi corruttivi
Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in assenza dei requisiti legali. Sono circa 70 i casi attualmente al vaglio degli inquirenti. In cambio, il medico dell'Inps avrebbe ricevuto regali e altri beni, nonché una borsa di studio a favore della figlia, attraverso l'intercessione dell'ex Rettore dell'Università degli Studi di Palermo Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all'Istruzione e destinatario di un'informazione di garanzia. L'ex deputato regionale godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell'ente di formazione professionale Anfe (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco, anch'egli arrestato, con il quale avrebbe creato "uno stabile accordo corruttivo". Lo Sciuto sarebbe riuscito infatti far assumere persone da lui segnalate, oltre che avere appoggio elettorale e finanziario. In cambio avrebbe agevolato la concessione dei finanziamenti a favore dell'Anfe.
Le accuse per Cascio
Francesco Cascio è stato posto ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento personale: avrebbe infatti informato Lo Sciuto che in quel momento veniva intercettato dai carabinieri. L'informazione sarebbe arrivata a Cascio attraverso Giovannantonio Macchiarola, capo della segreteria dell'allora ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano. Macchiarola è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio.
Chi è Francesco Cascio
Dipendente dell'Asp di Palermo, 55 anni, Cascio ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012, ed è stato anche deputato nazionale nel '94 e nel '96. Il politico era stato anche coinvolto in un'inchiesta per voto di scambio nelle elezioni regionali del 2012. Nell'ottobre del 2016 era stato condannato in primo piano dal Gup di Palermo, con il rito abbreviato, a due anni e 8 mesi e sospeso dall'Ars per effetto della Legge Severino. Nel dicembre di due anni fa era stato assolto e riabilitato.
Arrestati anche tre poliziotti
Nell'operazione sono stati arrestati anche tre poliziotti: Salvatore Passanante, ispettore della polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Castelvetrano, Salvatore Virgilio, assistente capo della polizia di Stato in servizio presso la sezione di Trapani della Direzione Investigativa Antimafia, e Salvatore Giacobbe, assistente capo della polizia di Stato in servizio presso la questura di Palermo. Passanante e Virgilio avrebbero rivelato notizie riservate di attività di indagine. In cambio avrebbero ottenuto, tramite Lo Sciuto e Genco, l'assunzione delle mogli all'Anfe. Passanante avrebbe riferito a Lo Sciuto che la compagna di Paolo Genco, presidente dell'Anfe, era intercettata. Virgilio avrebbe effettuato anche delle bonifiche in un appartamento. Anche Salvatore Giacobbe è stato arrestato per avere informato Lo Sciuto di essere intercettato e di essere oggetto di indagine prima della procura di Palermo e poi da quella di Trapani. In cambio l'investigatore avrebbe ottenuto una corsia preferenziale per l'accreditamento della 'Cooperativa Omega' presso la Regione Siciliana, quale centro di accoglienza di minori migranti. La moglie di Giacobbe era presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa; il suocero del poliziotto era il vice presidente.