Palermo, muore d'infarto durante rapina in negozio

Sicilia
Il negozio dove è stato ucciso il rapinatore (ANSA)

La polizia sta visionando le immagini di una telecamera di sorveglianza per ricostruire la dinamica. Sul corpo del rapinatore non ci sarebbero tracce di violenza o ferite

Sarebbe morto per cause naturali l'uomo deceduto nella notte tra l’11 e il 12 marzo, dopo aver tentato di rapinare un negozio di alimentari in via Maqueda, a Palermo. L'autopsia disposta dalla Procura ha accertato che l'uomo, 35 anni, palermitano pluripregiudicato, e non extracomunitario come detto in precedenza, aveva ingerito delle anfetamine. La morte, sopraggiunta per collasso cardiocircolatorio, sarebbe seguita a una reazione vagale aggravata dall'uso di droga. 

L'autopsia

Il medico legale, che ha appena concluso l'autopsia, formalizzerà domani, mercoledì 13 marzo, le sue conclusioni ai PM. I risultati dell'esame autoptico potrebbero alleggerire le responsabilità dei due bengalesi, Abdul Matin e Kabir Humayun, e potrebbero far cadere l'accusa di omicidio con la quale sono stati posti ai domiciliari. Sul corpo dell'uomo, immobilizzato dai due, sono state trovate solo lievi ecchimosi, e non segni di percosse. L'inchiesta è condotta dall'aggiunto Ennio Petrigni.

Le immagini di videosorveglianza

Matin, dipendente del negozio, e Humayun, suo amico, si trovavano nel negozio al momento della rapina. A chiamare la polizia è stato il titolare, avvertito di quanto era accaduto da Matin. Quando gli agenti sono arrivati sul posto, i due si trovavano accanto al cadavere. Le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza avevano immortalato un uomo robusto che brandiva una bottiglia e i due bengalesi che alzavano un bastone. I tre si erano allontanati dall'inquadratura per ricomparire poco dopo, quando il rapinatore era stato immobilizzato stringendogli il torace. La vittima avrebbe fatto resistenza scalciando, e poi non avrebbe più dato segni di vita. 

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