Tra gli indagati figurano anche il primo cittadino di Francofonte, Daniele Lentini, per il quale è stato disposto il divieto di dimora, e l'ex vicesindaco di Melilli, Sebastiano Stefano Elia, posto ai domiciliari
Il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, è stato posto agli arresti domiciliari, così come il suo ex vice ed ex assessore, Sebastiano Stefano Elia, mentre per il primo cittadino di Francofonte, Daniele Lentini, è scattato un provvedimento di divieto di dimora. I tre sono coinvolti in un'indagine su alcuni appalti del Comune di Melilli assieme a due dipendenti comunali e quattro imprenditori. Gli indagati sono accusati di aver commesso reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio, in merito a procedure di affidamento di lavori e servizi da parte degli uffici pubblici. A eseguire, nella mattina di mercoledì 13 febbraio, l'ordinanza di applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive, emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa a seguito dell'operazione 'Muddica', sono stati gli agenti del commissariato di Priolo Gargallo.
Le accuse
Secondo l'accusa, Giuseppe Carta e il suo ex assessore Sebastiano Elia avrebbero gestito in modo "arbitrario e per il soddisfacimento di interessi particolari le procedure amministrative finalizzate all'affidamento a privati di servizi e lavori da parte degli uffici comunali". I due amministratori sono stati posti agli arresti domiciliari con l'accusa di associazione a delinquere. Tra gli indagati risultano Reginaldo Saraceno, 54 anni, e Giulia Cazzetta, 59, dipendenti del Comune di Melilli, sospesi dal pubblico impiego; Marilena Vecchio, 47 anni, imprenditrice e rappresentante legale dell'impresa di trasporti Vecchio srl; Sebastiano Franchino, 40 anni, imprenditore; Giovanni Zuccalà, 81 anni, imprenditore e amministratore unico dell'impresa Zuccalà Travels srl; Franco Biondi, 59 anni, imprenditore e rappresentante legale della ditta Euroviaggi di Biondi Franco sas. Agli imprenditori è stata applicata la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale.
Gip: “Carta promotore e capo”
Il Gip avrebbe individuato nel sindaco Carta il "promotore e capo del consesso organizzato per sfruttare il potere connesso al suo ruolo politico e a quello di Elia, in modo da influenzare la scelta dei soggetti imprenditoriali selezionati come contraenti del Comune". Sempre secondo il Gip, Carta avrebbe esercitato "pressioni sui dirigenti preposti alle procedure di selezione del contraente o di affidamento diretto affinché riducessero fittiziamente, attraverso la scomposizione in più affidamenti, l'importo degli appalti, in modo da eludere le procedure più rigorose previste dalla normativa vigente, che invitassero alle selezioni ditte e imprese da loro indicate e, in caso di affidamento diretto, aggiudicassero l'appalto alla ditta da loro indicata". In alcune circostanze sarebbero stati accertati "accordi collusivi, con la complicità ed il concorso necessario degli imprenditori privati, per indirizzare lo svolgimento delle procedure negoziali di scelta del contraente verso la conclusione desiderata dagli indagati".
Il meccanismo per gestire gli appalti
Le indagini sono durate nove mesi: dal marzo al novembre dello scorso anno. Tra gli episodi emersi c'è l'affidamento all'imprenditore Sebastiano Frachino di alcuni interventi di manutenzione, dove Carta, secondo gli inquirenti, avrebbe favorito il pagamento "di una fattura 'gonfiata' relativa al servizio di trasporto degli alunni della scuola materna e dell'obbligo". Un servizio prima affidato "direttamente e senza alcuna procedura di selezione" all'azienda dell'imprenditore Vecchio che "grazie all'accordo illecito raggiunto con i titolari delle imprese concorrenti, Zuccalà e Biondi, ha continuato di fatto a prestarlo, incassandone i proventi, nonostante venisse formalmente affidato alle altre ditte". Nonostante la Vecchio "non disponesse di mezzi di trasporto adeguati ed in possesso dei requisiti di legge". Secondo gli inquirenti, l'ex assessore Elia "sfruttando il potere persuasivo connesso al suo ruolo politico, istigava le condotte delittuose, agevolandole attraverso indebite pressioni e interferenze in procedimenti amministrativi e scelte decisionali di esclusiva competenza dei dirigenti preposti". Dalle indagini emergerebbe anche un'ipotesi di accordo corruttivo tra il sindaco Carta e la responsabile di una cooperativa sociale che "supportata nei suoi progetti di accoglienza di minori stranieri non accompagnati con la promessa di una convenzione con il Comune di Melilli, ha promesso al primo cittadino l'assunzione di persone da lui indicate".