Catania, bancarotte sull’asse Italia-Croazia: un arresto, 10 interdizioni

Sicilia
Immagine d'archivio (Agenzia Fotogramma)
Fotogramma-Guardia_di_finanza

I militari stanno eseguendo sequestri per oltre 10 milioni di euro, con interdizione dell'esercizio dell'attività d'impresa per la durata di un anno, a quattro società commerciali italiane e croate 

La guardia di finanza di Catania ha arrestato una persona e notificato nove misure interdittive nell'ambito di un'inchiesta su bancarotte sull'asse Italia-Croazia. Il Gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare che ipotizza, a vario titolo, reati tributari, reati di bancarotte fraudolente, di autoriciclaggio e riciclaggio e reati di responsabilità amministrativa.

L’operazione

Il sistema fraudolento su cui ha fatto luce l'indagine condotta dalla guardia di finanza, coordinata dalla Procura etnea, denominata ‘London Windows', ha permesso di appurare che a gruppi familiari imprenditoriali veniva garantita la totale sottrazione del pagamento delle imposte e l’elusione di procedure esecutive e concorsuali.

Gli arrestati

Tra gli arrestati c’è l'avvocato Mariolino Leonardi, 56 anni, ritenuto il promotore principale delle operazioni societarie straordinarie che consentivano a gruppi d'imprese di sottrarre alla giurisdizione nazionale patrimoni oggetto di bancarotte, reati tributari e riciclaggio. Gli indagati - avvocati, dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti e broker esteri - erano abili nel delocalizzare all'estero imprese caratterizzate da squilibri finanziari per trasferirne il patrimonio, immunizzandolo così da azioni esecutive erariali.

Il trasferimento di sede

In particolare, il trasferimento di sede in Gran Bretagna e Croazia serviva a far perdere le tracce dell'effettiva proprietà che continuava a operare in Italia, con gli stessi asset patrimoniali sottratti alle procedure esecutive, attraverso apparenti nuove società affidate all'amministrazione di prestanome. Leonardi si sarebbe avvalso della collaborazione degli indagati Fabio Castaldi, 54 anni, per il trasferimento delle imprese italiane in Gran Bretagna, e di Mario Bariggi, 48, referente per le localizzazioni in Croazia.

Sequestri e interdizioni

I militari hanno eseguito sequestri per oltre 10 milioni di euro, con interdizione dell'esercizio dell'attività d'impresa per la durata di un anno, a quattro società commerciali italiane e croate. Il divieto è scattato per il commercialista e consulente aziendale Giuseppe Bentivegna, di 57 anni, nei cui confronti le Fiamme Gialle hanno eseguito nell'ottobre 2018 un sequestro preventivo di immobili per 250 mila euro.

Il divieto di esercitare

Il divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di bancarotta fraudolenta è stato invece disposto per Sebastiana Alescio, 56 anni, per il genero Daniele Romano, 38, e per la figlia Monia Incardona, 34, tutti amministratori di società operanti nel settore della ristorazione. Lo stesso divieto è scattato, per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per Carmelo Belfiore, 52 anni, amministratore della 'Europa 2000 Costruzioni Srl', per Antonio Pardo, 58 anni, amministratore della 'Martina srl' e della croata 'Urbanistika J.D.O.O.', attiva nel settore della costruzione di edifici residenziali e non. Stesso divieto è stato disposto per la famiglia Mascali: Antonio, 69 anni, e per i suoi figli Salvatore, 41, e Anna, 32, amministratori di imprese operanti nel settore del lavaggio industriale i tessuti, vestiti e biancheria.

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