I killer lo hanno affiancato mentre era al volante di un fuoristrada, poi hanno iniziato a sparare. Era il genero di Filippo Cassella, ucciso a 32 anni il 10 marzo del 1994 nell'ambito della guerra tra clan mafiosi
Il manovale Vincenzo Greco, ucciso il 10 gennaio nel Palermitano, è stato assassinato mentretornava dall'allevamento di animali che gestiva insieme ai fratelli. I killer lo hanno affiancato mentre era al volante di un fuoristrada, un Mitsubishi. L'omicidio è avvenuto in una zona di campagna sulla strada provinciale 38 che collega Belmonte Mezzagno a Santa Cristina Gela. La Direzione Distrettuale Antimafia e i carabinieri di Palermo stanno indagando sull’omicidio, sul quale non si esclude lo stampo mafioso, interrogando amici e familiari per tentare di chiarire il movente.
L'esecuzione
Alcuni colpi di pistola semiautomatica calibro nove hanno raggiunto il cofano e il parabrezza della vettura su cui viaggiava Greco, sarebbero nove i colpi esplosi. Il giovane, incensurato, ha cercato di scappare, ma è stato raggiunto e ucciso con almeno tre colpi di pistola.
Droga e armi nel casolare
Una pistola semiautomatica con matricola abrasa, una pistola giocattolo e un fucile, un passamontagna e un panetto di hashish di 100 grammi sono stati trovati dai carabinieri nel casolare di campagna di Greco. Il manovale proveniva proprio dal casolare, a bordo della sua auto, quando è stato bloccato e ucciso. Si comincia a delineare il profilo della vittima che era sconosciuto agli investigatori e che invece, forse, gravitava nel mondo della criminalità della droga e delle rapine.
Era il genero di Filippo Casella, ucciso nel 1994
Vincenzo Greco, che non aveva precedente penali, era il genero di Filippo Cassella, ucciso a 32 anni il 10 marzo del 1994. L’omicidio del suocero dell’allora dodicenne Vincenzo è stato inquadrato storicamente come uno dei tanti delitti che hanno insanguinato la provincia palermitana nella prima metà degli Anni ’90, un periodo di guerra tra i clan mafiosi per accaparrarsi il potere. Casella era stato ucciso mentre si trovava in via Gaetano Costa, procuratore di Palermo ucciso dalla mafia, a Belmonte Mezzagno con l'amico Giuseppe di Lorenzo, che era stato ferito. Alcuni giorni prima, a febbraio, sempre nel paese erano stati uccisi Giuseppe e Giovanni Tumminia, padre e figlio.