Mafia, confiscati beni per 40 milioni a eredi socio di Vito Ciancimino

Sicilia
Vito Ciancimino in un'immagine d'archivio (ANSA)

Confiscata buona parte del patrimonio degli eredi di Ezio Brancato, socio di Vito Ciancimino negli affari del Gruppo Gas. Il provvedimento riguarda la moglie e le figlie 

Confiscata buona parte del patrimonio degli eredi di Ezio Brancato, deceduto nel 2000, socio di Vito Ciancimino negli affari del Gruppo Gas. Lo riporta Live Sicilia. Il provvedimento del Tribunale di Palermo riguarda la vedova di Brancato, Maria D'Anna, e le figlie Monia e Antonella. Le prime due sono considerate "socialmente pericolose", mentre non lo è Antonella Brancato "poiché non risulta avere svolto alcun ruolo gestorio nelle imprese del gruppo Gas", non si è "relazionata con esponenti mafiosi" e non le si può "imputare alcuna condotta funzionale agli scopi di Cosa nostra". Circostanze che vengono, al contrario, contestate alla madre e alla sorella. Oggetto di sequestro sono stati numerosi beni mobili e immobili, aziende, disponibilità finanziarie, contanti e preziosi, in Italia, Spagna e Andorra, per un valore complessivo di oltre 40 milioni di euro.

Gli affari della mafia nel settore gas

Nel 2013 la Procura ottenne il sequestro del patrimonio dei Brancato, spiegando che i boss della mafia corleonese, tra gli anni '80 e '90, avevano fatto investimenti nelle società che si occupavano della metanizzazione di diverse aree in Sicilia. Una di queste, la Gasdotti Siciliana, era stata fondata nell'81 da due gruppi: uno faceva capo al commercialista Gianni Lapis, legato a Ciancimino, l'altro a Brancato. Grazie all'appoggio di Cosa nostra l'azienda ottenne il via libera per realizzare la rete e distribuire il metano in 74 Comuni di Sicilia e Abruzzo, prima di essere venduta, nel 2004, all’azienda spagnola Gas Natural per un valore di oltre 115 milioni di euro. Di questi, oltre 46 milioni rappresentavano il profitto della cessione delle quote pagato a Maria D'Anna e alle figlie Monia e Antonella Brancato.

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