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Palermo, preso il nuovo capo di Cosa nostra. Arrestato Settimo Mineo, l'erede di Riina

Sicilia
Immagine tratta dalla diretta di Sky TG24

Sono state fermate 46 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, porto abusivo di armi e concorso esterno in associazione mafiosa 

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Cosa nostra, dopo anni, aveva ricostruito la storica Cupola. È quanto è emerso da un’indagine della Dda di Palermo che ha portato al fermo di 46 persone, tra cui il nuovo boss, Settimino Mineo (CHI E'), 80 anni, ufficialmente gioielliere, con un "curriculum" mafioso di decenni. Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del comando provinciale. Le accuse per gli indagati sono di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, porto abusivo di armi, danneggiamento a mezzo incendio, concorso esterno in associazione mafiosa.

Il nuovo capo di Cosa Nostra

Settimino Mineo, dopo la morte del boss Totò Riina, sarebbe stato designato al vertice della commissione provinciale che da anni ormai aveva smesso di riunirsi, segno che i clan avevano scelto di tornare alla struttura unitaria di un tempo. Già condannato a cinque anni al maxi processo istruito da Giovanni Falcone, fu riarrestato 12 anni fa per poi tornare in libertà dopo una condanna a 11 anni.

L'inchiesta

L'inchiesta, denominata "Cupola 2.0", ricostruisce gli assetti dei clan palermitani di Porta Nuova (reggente Gregorio Di Giovanni), Poagliarelli, Bagheria, Villabate (reggente Francesco Colletti) e Misilmeri (reggente Filippo Bisconti). L'anziano padrino, di cui già il pentito Tommaso Buscetta aveva fatto il nome agli inquirenti, aveva il terrore di essere intercettato e non usava telefoni. La Commissione provinciale di Cosa nostra, che da anni ormai aveva smesso di riunirsi, sarebbe stata riconvocata il 29 maggio scorso: un summit che riporta alla vecchia mafia. Come ispirata alla tradizione sembra essere l'organizzazione della nuova commissione provinciale guidata da Mineo. Inoltre, l'inchiesta ha sventato l'omicidio di un pregiudicato, "colpevole" di fare estorsioni senza l'autorizzazione di Cosa nostra

Le intercettazioni

Così il boss di Villabate Francesco Colletti, non sapendo di essere intercettato, parlava della rinata commissione provinciale di Cosa Nostra, ricostituita dopo la morte del capomafia Totò Riina: "Si è fatta comunque una bella cosa. Per me è una bella cosa questa, molto seria, molto, con bella gente, bella! Grande! Gente di paese, gente vecchi gente di ovunque". Colletti raccontava ai suoi interlocutori che era stato stabilito che i contatti "intermandamentali" dovevano essere mantenuti esclusivamente dai reggenti per cui, in caso di problemi sorti all'interno di un mandamento, non potevano in alcun modo intervenire uomini d'onore appartenenti ad altra zona. "E una regola proprio la prima! Nessuno è autorizzato a poter parlare dentro la casa degli altri. Siccome c'è un referente". Chi avesse violato la "norma" sarebbe stato allontanato dalla propria "famiglia" di appartenenza. "Dice basta che tu mi vieni qua da me e mi dici 'lo sai è venuto uno ed è venuto a fare discorsi a Villabate. Appena finiamo viene convocato, dal suo e viene messo fuori perché ci spieghiamo le regole e non le vogliono capire e allora prendiamo e lo mettiamo fuori subito".

Le dichiarazioni di Di Mario

"46 arresti e uno in particolare, quello di Settimo Mineo, rappresentano uno dei più duri colpi inflitti dallo Stato alla mafia. Mineo era stato infatti eletto 'erede' di Totò Riina dopo la sua morte. Per questa gentaglia in Italia non c'è più spazio. Grazie ai carabinieri e al pool di magistrati che hanno portato a termine questa grande operazione". Così il vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio commenta su Instagram l'operazione condotta in Sicilia.

Le dichiarazioni del presidente della Commissione Parlamentare Antimafia

"La Dda di Palermo ha arrestato 46 persone per mafia. Avevano sostituito Totò Riina con Settimo Mineo per far rinascere la cupola di Cosa Nostra, ma lo Stato ha vinto. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure". Lo scrive su Twitter il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra.

Le parole di Leoluca Orlando

"Stamattina i carabinieri hanno arrestato il successore di Totò Riina ai vertici della Cupola provinciale della mafia. Grazie a magistrati e investigatori per questo importante risultato. Continuare a colpire forza militare e potere economico della mafia è indispensabile per garantire libertà e democrazia." Lo scrive il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, su Facebook, commentando l'operazione condotta stamattina dalle forze dell'Ordine.