Respinta la richiesta della Procura. I beni, stimati in 50 milioni di euro, tornano nelle mani di Niceta. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Palermo
La Corte d’Appello di Palermo ha respinto la richiesta della Procura di sospendere, in attesa della definizione del processo di secondo grado, il dissequestro del patrimonio degli imprenditori Niceta. La richiesta di bloccare la restituzione dei beni, stimati in circa 50 milioni, era stata avanzata dal PM Piero Padova, la scorsa settimana, contestualmente all’impugnazione della decisione del tribunale. Il patrimonio, dunque, tornerà nelle mani dei Niceta.
La motivazione dei giudici
Nel restituire il tesoro milionario i giudici di primo grado avevano sostenuto che pur essendo Mario Niceta, capostipite della famiglia, un imprenditore mafioso che aveva operato grazie ai soldi e alla protezione di Cosa Nostra, non era stato provato che l’apporto economico dei clan fosse proseguito a favore dei figli.