Sequestrato il centro raccolta rifiuti a Canicattì

Sicilia
Foto di archivio

Numerose le segnalazioni effettuate dai cittadini e dai residenti nella zona: rifiuti abbandonati ovunque, odori e liquidi nauseabondi 

Prima il blitz della scorsa settimana, nella giornata di martedì 2 ottobre il sequestro. La polizia di Canicattì, in provincia di Agrigento, coordinata dal dirigente, il vice questore Cesare Castelli, ha messo i sigilli al centro di raccolta e stoccaggio dei rifiuti che si trova in contrada “Calandra-Petrillo”. Insieme con gli agenti sono entrati in azione uomini della polizia provinciale e dell’agenzia regionale protezione ambiente (Arpa) di Agrigento, quest’ultima avrebbe accertato il mancato rispetto di norme igienico-sanitarie e di tutela dell’ambiente.

L’accusa, ma l’indagine è ancora nella fase iniziale, sarebbe quella di inquinamento ambientale. Al momento, non vi è nessun iscritto nel registro degli indagati, ma si procede contro ignoti. L’indagine nasce dalle numerose denunce presentate nei giorni scorsi, da articoli di stampa e dalle segnalazioni dei cittadini che, lamentando la presenza di rifiuti ovunque, liquido di uno strano colore per terra e un odore nauseabondo, avevano fatto scattare i controlli, intensificatisi poi negli ultimi mesi.
Il centro risultava essere chiuso ormai da diversi giorni dopo le disposizioni del comune, che all’interno aveva avviato interventi di bonifica.

L’area sarà accessibile solo al personale che cura il laboratorio veterinario dell’anagrafe canina. L’amministrazione comunale di Canicattì, guidata dal sindaco Ettore Di Ventura, e il raggruppamento temporaneo di imprese che cura la raccolta, dovranno trovare un’area alternativa dove gestire i rifiuti differenziati e indifferenziati prima di essere inviati in discarica.

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