L'idea è nata all'interno dell’università partenopea. Un gruppo di studenti e studentesse, in occasione dell'anniversario della Liberazione, ha rivisitato e intonato una nuova versione del celebre canto partigiano, conosciuto in molti Paesi del mondo, utilizzando una delle lingue più diffuse nell'Africa sub-sahariana
"Bella Ciao" tradotta e cantata in swahili. L'idea è nata all'interno dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale, che in occasione dell'anniversario della Liberazione ha rivisitato e proposto una nuova versione del celebre canto partigiano, conosciuto in molti Paesi del mondo. Lo swahili è una lingua bantu, la più utilizzata in Africa sub-sahariana, legata a doppio filo alla popolazione swahili e alla loro cultura.
Prima traduzione in swahili
"Al di là del suo valore politico, Bella ciao è una delle canzoni italiane più note al mondo ed è stata tradotta in varie lingue. Questa è la prima traduzione in swahili", commenta Flavia Aiello, che si è occupata della supervisione del testo tradotto con la collaboratrice linguistica Fatuma Tandika, cantata insieme a un gruppo di studenti e studentesse dell’Università. La registrazione è avvenuta nel Centro Linguistico di Ateneo.