Il dispositivo è direttamente collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri del capoluogo campano. Basta premere un tasto per far partire il segnale di sos, poi la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi
Consegnato a Napoli a una donna di 36 anni uno speciale smartwatch, pensato per aiutare le vittime di violenza a dare subito l'allarme alle forze dell'ordine. Il dispositivo è il primo di 45 che saranno consegnati ad altrettante vittime ed è direttamente collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri del capoluogo campano. Basta premere un tasto per far partire il segnale di sos, poi la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi. L'iniziativa fa parte del progetto Mobile Angel.
"Ora posso uscire più serena e tranquilla"
La 36enne a cui è stato consegnato lo smartwatch aveva smesso di vivere a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento, il quale aveva promesso di ucciderla e di seppelire il suo corpo in un terreno. L'uomo sarebbe stato pronto addirittura a sfregiarla con l'acido. Avvertita dalla suocera, da quel giorno ha "parcheggiato" la sua vita. "Sono costantemente sotto controllo ma sono contentissima - ha spiegato la donna, madre di due figli minori - ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare".
leggi anche
Papa: “La donna è primo materiale di scarto, non taciamo questa piaga”
Il progetto Mobile Angel
Il progetto Mobile Angel, che prevede la consegna dell'orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti, è stato lanciato lo scorso 30 novembre dall'Arma dei Carabinieri di Napoli insieme con la Sezione fasce deboli della Procura della Repubblica partenopea (coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone), la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist International Club Napoli. l'orologio affidato alla 36enne è il primo dispositivo nel Sud Italia. "Tutto ciò che può aiutare le vittime di violenza di genere è benvenuto - ha commentato l'avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale della donna - siamo felici che la tecnologia venga impiegata per fronteggiare la violenza domestica, ma questo tiene la vittima sotto controllo costante. Ovviamente è di fondamentale importanza anche se, nello stesso tempo, rappresenta una limitazione per chi lo indossa".