I funerali sono iniziati poco dopo le 11 in un silenzio irreale. Per esplicito volere delle famiglie sono funerali privati, senza la presenza di autorità, anche se in chiesa è arrivato a portare il suo saluto Giovanni Legnini, il commissario straordinario all'emergenza frana. Lutto cittadino in tutti e sei i Comuni dell’isola di Ischia
Lutto cittadino quest’oggi in tutti e sei i Comuni dell’isola di Ischia in occasione dei funerali di Eleonora Sirabella e del fidanzato Salvatore Impagliazzo, che vivevano nella zona di via Celario e sono scomparsi con altre dieci persone a causa della frana a Casamicciola. Le esequie si sono tenute nella piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie, sul corso principale di Lacco Ameno, il comune di nascita di Eleonora.
I funerali
I funerali sono iniziati poco dopo le 11 in un silenzio irreale. Per esplicito volere delle famiglie sono funerali privati, senza la presenza di autorità, anche se in chiesa è arrivato a portare il suo saluto Giovanni Legnini, il commissario straordinario all'emergenza frana; presenti anche i sindaci dei comuni di Ischia, Forio, Barano, Serrara Fontana e Lacco Ameno. Le due bare sono state sistemate davanti all'altare una accanto all'altra e sopra decine di fiori bianchi, tanta la commozione tra i parenti e gli amici dei due giovani: Eleonora lavorava come commessa in una boutique di Ischia Porto ed era particolarmente apprezzata per la sua professionalità e gentilezza. La chiesa era off limits anche per i giornalisti, per i quali il comune di Lacco Ameno ha attrezzato una press area dedicata a poca distanza; la richiesta ai media di non presenziare è stata rivolta pubblicamente dal sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, il quale ha spiegato che le famiglie delle vittime si sentono "massacrate" dalla pressione dei media, e ha chiesto di rispettarne le volontà ed il dolore.
Vescovo Ischia e Pozzuoli: "Accuse abusivismo sono come acqua calda sul cotto"
Le accuse di abusivismo piovute sulle case distrutte a Casamicciola subito dopo la tragedia sono state 'come l'acqua calda sul cotto'. Usa un detto popolare il vescovo di Ischia e Pozzuoli, Gennaro Pascarella, celebrando il primo dei funerali delle vittime della frana del 26 novembre. "C'è il tempo per ogni cosa, ora è il tempo di piangere con coloro che piangono e condividere il loro dolore; chi è sommerso da quello della perdita dei propri cari e anche chi ha perso la sua casa o l'ha vista gravemente danneggiata ha sentito alcune valutazioni a caldo sulla posizione delle loro abitazioni, come recita un proverbio popolare "Su cotto l'acqua calda": ci sarà poi il tempo delle analisi e degli interventi per prevenire altri disastri, ora è tempo della vicinanza e della condivisione, è tempo della preghiera", ha detto monsignor Pascarella. "E' difficile pronunciare parole che esprimano e leniscano la sofferenza dei parenti delle vittime in questo momento; in questo evento drammatico che tutti ci ha scossi e che ha aperto ferite profonde in loro ed ha provocato domande anche rivolte a Dio le nostre parole rischiano di diventare vuote, inopportune. La nostra presenza è per pregare, la fede non toglie il dolore ma aiuta ad affrontarlo; Eleonora e Salvatore dovevano sposarsi e perciò mi sono venute in mente le parole della Bibbia, forte come la morte è l'amore, le sue vampe sono una fiamma del Signore, le grandi acque non possono spegnere l'amore e né i fiumi travolgerlo", ha concluso.
Il lutto cittadino
Bandiere a mezz'asta sono state issate sugli edifici pubblici e scuole chiuse a Lacco Ameno. Misure analoghe anche a Casamicciola, Forio, Ischia, Serrara Fontana e Barano. Il lutto cittadino avverrà anche in occasione dei funerali delle altre vittime previsti nei prossimi giorni.
Musumeci: "Impedire ritorno nelle case a rischio"
Intanto il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Sebastiano Musumeci è intervenuto a "The Breakfast Club" su Radio Capital parlando del rischio che gli abitanti di Ischia tornino nelle zone rosse colpite dall'alluvione. "Serve una leggera modifica normativa perché impedire a un cittadino di occupare una casa che rappresenta un pericolo per se stesso oltre che per l'incolumità pubblica, sia un atto doveroso da parte dello Stato. È una scelta fisiologica oltre che normativa", ha sottolineato.