Terrorismo, blitz contro cellula neonazista: 4 arresti e perquisizioni in tutta Italia

Campania
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I fermati sono sospettati di appartenere a un'associazione suprematista e negazionista. Un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato notificato a una persona indiziata di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Nell'inchiesta sono emersi contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine come Battaglione Azov, Pravi Sector e Centuria "in vista di possibili reclutamenti", oltre ad attività di addestramento paramilitare

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Quattro persone sono state arrestate e portate in carcere per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, a Roma, per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Nel mirino un'associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista Ordine di Hagal, con sede a Marigliano, in provincia di Napoli. Eseguite anche 26 perquisizioni domiciliari e informatichenelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate e altre emerse dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social e i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista. Le 26 perquisizioni di oggi fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio ed ottobre 2021.

Le misure cautelari sono state eseguite da Polizia di Stato, Digos di Napoli e Direzione centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos con il Servizio Postale e delle Comunicazioni, a seguito del provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica.

Indagati pronti ad azioni contro le forze dell'ordine

"Dai numerosi servizi tecnici di captazione è emerso, altresì, la dichiarata volontà di alcuni degli indagati di compiere eclatanti azioni violente, sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia", spiega la Questura di Napoli. In particolare in alcune chat i membri parlavano di attentati contro civili, ma anche contro la caserma dei carabinieri a Marigliano. Durante le fasi dell'indagine è stata possibile "la raccolta di numerosissimo materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa. Dall'analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso un canale Telegram, denominato "Protocollo 4", elemento di contatto fra gli iscritti all' "Ordine di Hagal" e costante strumento di diffusione e propaganda di teorie naziste, negazioniste, violente e suprematiste".

Indagato: pronto a fare strage "alla caserma a Marigliano"

Si dice pronto a fare una strage "come l'ha fatta quello in Neozelanda, però non andrei dai neri, andrei alla caserma a Marigliano", una delle cinque persone (un 25enne) per le quali il gip ha disposto l'arresto in carcere. Il giovane, nel corso di diverse conversazioni e comunicazioni intercettate dagli inquirenti, ha manifestato pensieri ricorrenti di gesti eclatanti, da kamikaze, per togliersi la vita e anche il proposito di uccidere i carabinieri di Marigliano. Testa, secondo gli inquirenti, avrebbe parlato di fare del male ai militari dell'arma dopo un arresto per rissa, lesioni personali e porto di oggetti atti ad offendere, il 17 settembre 2016 e dopo essere stato identificato sempre dai militari il 12 novembre 2020. Il 18 dicembre 2020 viene intercettato mentre parla con la madre: il giovane si lamenta delle misure imposte dal Governo per contrastare l'epidemia e dei controlli delle forze dell'ordine. E si dice determinato ad uccidere un carabiniere qualora si recasse a casa sua per un controllo, suicidandosi subito dopo.

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Addestramento paramilitare e contatti con ultranazionalisti ucraini

Contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine come Battaglione Azov, Pravi Sector, Centuria, "verosimilmente in vista di possibili reclutamenti" sono emersi tra gli appartenenti all'organizzazione neonazista e uno degli indagati, al momento non reperibile, secondo gli investigatori si trova in Ucraina, proprio con il Battaglione Azov. Lo ha reso noto la Questura. Tra le attività delle persone coinvolte nell'inchiesta ci sono campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all'odio razziale e all'antisemitismo attraverso chat e canali di messaggistica istantanea, in particolare Telegram. Ma anche addestramento paramilitare, all'estero, con corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all'utilizzo di armi da fuoco.

L'organizzazione dell'Ordine di Hagal: neonazisti in Israele per addestrarsi

L'associazione, di tipologia verticistica, era organizzata in cinque livelli e caratterizzata da una forte compartimentazione, sia verso l'interno sia verso l'esterno: più alto era il livello gerarchico e più gli adepti che ne facevano parte erano a conoscenza del progetto dell'organizzazione, finalizzato principalmente a propagandare ideologie naziste, contro la religione ebraica, negando la Shoah e a mettere in piedi iniziative finalizzate a sovvertire l'ordine democratico. Alcuni componenti dell'Ordine di Hagal si sarebbero anche trasferiti all'estero per partecipare agli addestramenti con la tecnica di combattimento israeliana Krav Magà ed esercitazioni all'uso di armi lunghe e corte. Per queste attività veniva loro conferito anche un diploma. Gli attivisti erano molto preparati e avevamo intenzione di organizzare dei corsi di sopravvivenza estrema. Sequestrati armi bianche, pistole risultate essere delle repliche di quelle vere, materiale propagandistico, libri sul suprematismo bianco, su Mussolini e Hitler e anche foto dei due dittatori.

Gli arresti

L'indagato al momento irreperibile è un cittadino ucraino di Termopil, Anton Radomsky di 27 anni, ed è destinatario di una misura cautelare in carcere. Il 27enne ha trascorso lungo tempo nel Napoletano e poi è tornato in Ucraina. Gli inquirenti gli contestano compiti esecutivi nell'ambito dell'organizzazione, come l'addestramento militare degli associati e il reclutamento. La stessa misura cautelare è stata emessa dal giudice anche nei confronti di Maurizio Ammendola, 43 anni, presidente dell'associazione finita sotto inchiesta, l'Ordine di Hagal, Michele Rinaldi, 47 anni, vice presidente, Massimiliano Mariano, 46 anni (che si occupava di indottrinamento) e Gianpiero Testa, 25 anni, amico di Radomsky, che si occupava di procacciare proseliti. Nei confronti di Fabio Colarossi, 36 anni, il gip ha invece disposto la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Roma.

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Il materiale sequestrato durante il blitz - ©IPA/Fotogramma

Piantedosi: “Campanello di allarme”

"La notizia di oggi degli arresti in Campania, territorio di mia provenienza, è un campanello di allarme perché testimonia che il seme dell'odio si diffonde laddove non avremmo mai immaginato”, ha commentato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, durante il suo intervento al convegno organizzato dalla comunità ebraica di Roma per il quarantennale dell'attentato al Tempio Maggiore di Roma.

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