Torre Annunziata, estorsioni alla squadra di calcio: 4 arresti

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Gli episodi estorsivi per i quali si procede sarebbero stati commessi, rispettivamente, ai danni di un elettricista (in forma tentata), della società sportiva ''Savoia Calcio'' e dell'amministratore di una rivendita di pesce

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Figura anche la locale squadra di calcio del Savoia tra i soggetti vittime di vari tentativi di estorsione: quattro le persone arrestate a Torre Annunziata (in provincia di Napoli), tra le quali l'ex direttore sportivo di Savoia e Turris. A eseguire il provvedimento cautelare sono stati i carabinieri.

Le accuse

I quattro soggetti destinatari dell'ordinanza sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso e di estorsione, aggravati sia dalle modalità mafiose sia dall'agevolazione al clan Gionta, operante tra Torre Annunziata e le zone limitrofe. Stando a quanto emerso, sono coinvolti anche un soggetto conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di "'o capitano", considerato vicino al clan Gionta, organizzazione alla quale sarebbero legati anche il genero del boss Valentino Gionta e un altro individuo, anche loro raggiunti dal provvedimento cautelare. Uno di questi soggetti sarebbe l'esponente del clan presso la cui abitazione sarebbero stati effettuati i lavori dall'elettricista nei confronti del quale sarebbe stato effettuato il terzo episodio estorsivo (estorsione che secondo gli inquirenti non sarebbe stata portata a termine) condotto dal gruppo criminale, che sotto minacce e forse anche intimidazioni fisiche, avrebbe provato a far rinunciare l'uomo al regolare pagamento delle prestazioni professionali rese.

Gli episodi estorsivi

In particolare, gli episodi estorsivi per i quali si procede sarebbero stati commessi, rispettivamente, ai danni di un elettricista (in forma tentata), della società sportiva ''Savoia Calcio'' e dell'amministratore di una rivendita di pesce. Nel corso dei due episodi si registrano danni rispettivamente della squadra di calcio di Torre Annunziata per complessivi 130mila euro e del titolare di un'attività ittica, costretto a sborsare 300 euro ogni settimana. I fatti si riferiscono al periodo di indagine compreso tra novembre dello scorso anno e maggio 2022.

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