Napoli, le 9 mostre da non perdere a luglio

Campania
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca all'inaugurazione della mostra 'Manga Heroes  realizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli con Comicon e J-PopManga,  21  aprile 2022 ANSA / CIRO FUSCO

Al Mann “Manga Heroes. Gli eroi e i miti alle pendici del vulcano” realizzata con Comicon e J-PopManga e “L'Archeologia da Spiaggia” di Finotto. Al Madre, invece, si celebra Lawrence Carroll

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Tante le mostre aperte a Napoli nel mese di luglio, tra queste “Manga Heroes. Gli eroi e i miti alle pendici del vulcano”, realizzata dal Mann con Comicon e J-PopManga e “L'Archeologia da Spiaggia” di Finotto. Al Madre, invece, si celebra Lawrence Carroll.

Gli arazzi di Don Chisciotte a Palazzo Reale a Napoli

Il 19 maggio, al Palazzo Reale di Napoli, alla presenza dell'ambasciatore spagnolo in Italia Alfonso María Dastis Quecedo, apre la mostra "Don Chisciotte tra Napoli, Caserta e il Quirinale: i cartoni e gli arazzi" che intende ricostruire la storia della serie di arazzi con Storie di Don Chisciotte eseguiti dalla manifattura napoletana tra il 1757 e il 1779. Le opere saranno esposte fino al 6 settembre. La mostra, curata da Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale, e da Encarnación Sánchez García, docente di Storia della letteratura spagnola all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", seguirà il racconto di Miguel de Cervantes attraverso la serie completa dei cartoni, messi a confronto con alcuni degli arazzi oggi conservati al Quirinale, e con le più preziose edizioni illustrate presenti nella Biblioteca Nazionale di Napoli e lo spartito dell'opera di Paisiello proveniente dal Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli. Saranno esposti nello spazio della Galleria del Genovese e nella sala XXIV dell'Appartamento Storico 38 cartoni accanto a 7 arazzi (5 con episodi del romanzo e due decorativi), appartenenti alla serie eseguita dalla manifattura napoletana in due riprese tra il 1757 e il 1779 per arredare la Reggia di Caserta e trasferita dopo il 1870 al Palazzo del Quirinale a Roma. Uno degli arazzi, che arriva da Capodimonte, invece, è la testimonianza della manifattura francese.

“Manga Heroes” al MANN

Cosa accomuna le star del fumetto orientale e i capolavori dell'arte antica? Lo racconta la mostra 'Manga Heroes. Gli eroi e i miti alle pendici del vulcano'' realizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli con Comicon e J-PopManga che si è aperta nella sala del Plastico di Pompei (fino al al 19 settembre). Dal Vesuvio, che nel 79 d.C. seppellì Ercolano e Pompei, al Fuji, punto di riferimento per la tradizione pop giapponese, trait d'union è proprio il vulcano. Centotrenta le opere tra tavole originali, animation cells, caschi, toys e oggetti rari. Il museo ospita inoltre da quattro anni un festival sulla cultura nipponica, e per chiudere il cerchio, Kagoshima, città con baia e un vulcano, è gemellata con Napoli. In mostra caschi che ricordano gli elmi della Magna Grecia, armature dei Cavalieri dello Zodiaco che riconducono ai gladiatori, studi preparatori e animation cell che esprimono una geometria figurativa proiettata non solo verso il futuro, ma soprattutto verso il passato. E se Goldrake, Mazinga, Jeeg, Voltron e altri alieni non fossero tanto dissimili da Scilla e Cariddi? E ancora, ecco Astroboy come un piccolo Eracle, Takemichi come un giovane Senofonte, passando per l'Uomo Tigre e Godzilla. Tante le curiosità per chi è cresciuto con i Pokémon, e Haran Banjo, pilota del maestoso Daitarrn 3. La mostra, nel progetto universitario Obvia (coordinamento di Daniela Savy, Federico II) è curata da Jacopo C. Buranelli e si divide in sei sezioni: Il mito e la fantascienza, Demoni e Super Robot, Ai Piedi del Vulcano, Gigantomachie, Anabasi moderne e Guerrieri di Atena con pezzi rari di Fabrizio Modina, Anima Firenze, Christian Colombo, Federico Profaizer, Enzo Francesco Crosera più la raccolta di ritratti d'autore, firmata da Barbara Barberis.

L'Archeologia da Spiaggia di Finotto al MANN

Abbandonati e trascinati dalla risacca per trovare nuova vita: sono gli oggetti di plastica che Maurizio Finotto ha raccolto durante dieci anni sui litorali italiani. Uno scavo particolarissimo, che trova valore creativo nella mostra 'Archeologia da spiaggia' alla Stazione Neapolis del Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 31 luglio. Nell'esposizione, curata da Melania Rossi, tredici opere, sculture, diorami, calchi, video-installazioni e video-animazioni dialogano con reperti che provengono dai depositi del Museo. "Non c'è nulla di casuale nell'incontro tra il MANN, che negli ultimi anni ha dedicato molta attenzione ai temi ambientali, e la ricerca di Finotto. Proprio come un archeologo, l'artista legge questo materiale di scarto anche in chiave di memoria. E ci ricorda le urgenze di oggi: l'elemento che daterà la nostra epoca rischia di essere la plastica, come fu la ceramica per il mondo antico" spiega il direttore del Museo, Paolo Giulierini. In mostra il canopo di Ka-uab in alabastro, un frammento di idolo egizio, una mano in terracotta, bicchieri, tazze e coppe in vetro, coppette in terra sigillata italica vesuviana (tra la fine del I secolo a.C. e la fine del II), un galeone sintetico a confronto con la riproduzione di una imbarcazione antica. Vasi canopi in plastica, rappresentano le nuove divinità della società dei consumi: come Svitol probabile protettore delle Porte della Luce, serrature dell'aldilà con elementi plastici a forma di greche. Reminiscenza dei calchi vesuviani è il Bambino Pompeiano, in gesso e plastica, mentre il diorama Spiaggia raccoglie un campionario di oggetti. 'Risacca del Novecento' è la videoinstallazione, 'Caccia al pallone' l'omaggio alla passione partenopea. Nel pannello introduttivo parole di Ermanno Cavazzoni. In collaborazione con Scripps Institution of Oceanography at the University of California San Diego, l'allestimento nasce dalla collaborazione con lo Studio Trisorio e grazie alla donazione Art Bonus di Gianfranco D'Amato.

Il Madre celebra Lawrence Carroll

Il Madre di Napoli celebra Lawrence Carroll (Melbourne 1954 - Colonia 2019), artista vissuto tra gli Stati Uniti e l'Italia, con la prima mostra antologica dalla sua scomparsa: 80 opere raccontano la storia, la ricerca e le inquietudini di un interprete cosmopolita della ricerca pittorica, a cura di Gianfranco Maraniello (fino al 5 settembre al Museo d'arte contemporanea Donnaregina. Nelle sue opere sono presenti temi e maniere della pittura contemporanea negli Stati Uniti, da Jasper Johns a Robert Ryman, da Ad Reinhardt a Robert Rauschenberg, come della scultura di Donald Judd e Carl André; partendo dalla progressiva cancellazione di immagini preesistenti, Carroll arriva a stesure di colore bianco simili alla tela stessa.

Omaggio ad Armando De Stefano al Madre

Ad un anno dalla scomparsa di Armando De Stefano (1926-2021) il Madre, museo d'arte contemporanea della Regione Campania, gli rende gli omaggio con la mostra 'Nulla dies sine linea' (fino al 18 luglio), a cura di Olga Scotto di Vettimo. Esposte oltre 80 opere (dal 2012 e il 2020) che mettono al centro il disegno e testimoniano una creatività attualissima. "Abbiamo ritenuto importante dedicare una mostra ad un artista legato indissolubilmente alla nostra città - dichiara Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee -. Pittore sensibile e potente, docente dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si era formato alla scuola di Emilio Notte, Armando De Stefano è stato un punto di riferimento per l'arte a Napoli. Per questo abbiamo scelto di ricordarlo così, nel museo dove già in passato le sue opere erano state esposte, ma stavolta attraverso i suoi lavori più recenti, testimonianza della sua inesausta ricerca". I lavori, a grafite e a tempera, affrontano temi ricorrenti del lunghissimo percorso artistico di un pittore figurativo colto e raffinato, le cui costanti sono state le istanze etiche e l'impegno sociale: ed ecco susseguirsi il mito (Apollo, Dafne, Medusa, Giano), le allegorie (la Morte, le Maschere, la Spia, gli Spaventapasseri) e la Storia, universale e privata. Nello stesso periodo della mostra l'omaggio si estenderà con una serie di eventi in altri luoghi dell'arte che ospitano opere di De Stefano: dal Museo del Novecento a Castel Sant'Elmo al Museo e Real Bosco di Capodimonte, dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici al Rettorato dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", dal Conservatorio di San Pietro a Majella all'Accademia di Belle Arti di Napoli fino a Vico Equense e Piano di Sorrento. Chiude il percorso il video di Mario Franco che testimonia l'intervento disegnato nel 2011 dall'artista proprio su una parete del Madre in occasione della personale L'Urlo del Sud. Catalogo edito da artem.

Al Madre “Ferdinandea” e “Bellezza e terrore”

Doppia offerta per l'estate al Madre nel segno della storia e della memoria: si aprono il 24 giugno le mostre 'Clément Cogitore - Ferdinandea', una anteprima internazionale, e 'Bellezza e Terrore: luoghi di colonialismo e fascismo', a cura della direttrice artistica del museo di arte contemporanea Kathryn Weir. Nella prima (fino al 12 settembre) l'artista francese indaga, attraverso film in 16 mm, video, fotografie e documenti storici, sull'emergere e l'inabissarsi di un'isola vulcanica apparsa nelle acque del Mediterraneo tra la Sicilia e la Tunisia nel 1831 e scomparsa dopo sei mesi. Oggi otto metri sotto le onde, Ferdinandea potrebbe in qualsiasi momento riemergere a seguito di un'ulteriore attività sismica. La presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce ha presentato anche 'Bellezza e Terrore', mostra che parte dalla Napoli degli anni Trenta e Quaranta con opere d'arte basate sulla ricerca, architetture e materiali d'archivio. Il progetto che riflette sulla Mostra d'Oltremare (inaugurata a Napoli il 9 maggio 1940) esplora attraverso gli occhi di artisti contemporanei e pensatori la storia e l'eredità contemporanea della violenza intrecciata del colonialismo e del fascismo, a cento anni dalla sua ascesa. Tra le storie raccontate anche quella di sessanta tra donne uomini e bambini, trasportati dall'Etiopia, dalla Somalia e dall'Eritrea e costretti a partecipare alla costruzione della mostra e poi a figurare nel suo "villaggio indigeno". Commissionate nuove opere a Rossella Biscotti, Sarah Abdu Bushra & Dawit Seto, Alessandra Cianelli, Leone Contini, Decolonizing Architecture Art Research (DAAR), Binta Diaw, Theo Eshetu, Délio Jasse, Giulia Piscitelli e Justin Randolph Thompson (fino al 26 settembre). Il 24 giugno giornata di studio internazionale "Napoli - Balcani | 1940 - 2020: L'eredità materiale del colonialismo fascista alla Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare", organizzata dal centre André-Chastel di Sorbonne Université e dal museo Madre.

Al Nuovo museo Gallerie d'Italia “Restituzioni. La Fragilità e la Forza”

È un autentico 'viaggio in Italia' attraverso 26 secoli d'arte 'Restituzioni. La Fragilità e la Forza' , mostra inaugurale delle Gallerie d'Italia di Napoli visitabile fino al 25 settembre nel nuovo museo di Intesa Sanpaolo in Via Toledo. Sono 231 le opere restaurate tra il 2019 e il 2021 per XIX edizione del programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che la Banca conduce da oltre trent'anni in collaborazione con il Ministero della Cultura con un totale di 2000 opere restituite alla collettività. L'esposizione presenta il risultato dei restauri di 87 nuclei di opere selezionati da Intesa Sanpaolo insieme a 54 enti di tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) e appartenenti a 81 enti proprietari, tra musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto, siti archeologici. La curatela scientifica è di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e Carla Di Francesco. da Antonello da Messina a Bellini, da Boccioni a Manet: il progetto ha restaurato opere provenienti, per la prima volta, da tutte le regioni italiane, ma anche un capolavoro di Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi e un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che, nel 2018, ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro. Dall'antichità al contemporaneo, tra le opere: un gruppo di specchi bronzei di VI-V secolo a.C. dal Museo Archeologico Nazionale di Locri; il Larario in legno carbonizzato da Ercolano; i tre mosaici pavimentali paleocristiani dalle grandi terme di Aquileia; il San Girolamo penitente e la Visita dei tre angeli ad Abramo di Antonello da Messina dalla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria; il capolavoro di Giovanni Bellini, La Trasfigurazione, dal Museo di Capodimonte da cui giunge anche la Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Elisabetta di Agnolo Bronzino. E tra quelle d'epoca moderna: Il Sole di Pellizza da Volpedo dalla Galleria Nazionale di Roma; il dipinto 'Dinamismo di un corpo umano' di Umberto Boccioni del 1913, dal Museo del Novecento di Milano; la Campana di Luigi Mainolfi dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Non mancano oggetti particolari come il mantello indossato da Napoleone per l'incoronazione a Re d'Italia, avvenuta nel Duomo di Milano nel 1805, insieme alla corona, al bastone del comando, allo scettro del Regno d'Italia e alla mano di giustizia, tutti dalla Pinacoteca di Brera. Dopo la mostra le opere torneranno nelle loro sedi. Tra i restauri non in mostra per motivi conservativi, Kouros di Rhegion del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e il Crocifisso con la Madonna e san Giovanni evangelista dolenti, della chiesa del Gesù Nuovo di Napoli. Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo ricorda che 'Restituzioni è un progetto che unisce competenze diverse nell'impegno comune di difendere il ricchissimo patrimonio culturale del Paese e la straordinaria storia identitaria italiana". Il Catalogo è realizzato da Edizioni Gallerie d'Italia | Skira.

Al MANN storie di pietra con la Sardegna isola megalitica

Uno dei celebri Giganti di Mont'ePrama nel salone della Meridiana, ricostruzioni e realtà virtuale, cinque querce nell'atrio, profumo di mirto: sarà un'estate nel segno della preistoria al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che ospita, unica tappa italiana, 'Sardegna Isola Megalitica - Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo" (fino all'11 settembre), un viaggio che parte dal periodo finale del Neolitico alla scoperta delle antichissime civiltà isolane. Attigua all'esposizione c'è la grande sezione preistoria e protostoria, su tre livelli, che il MANN ha riaperto appena due anni fa. Circa 200 i reperti, provenienti dai Musei Archeologici Nazionali di Cagliari, Nuoro e Sassari, allestiti tra grandi fotografie e video che immergono il visitatore nel panorama sardo: dalle sepolture delle 'domus de janas' alle dee madri, ai celebri bronzetti nuragici (non solo uomini e donne, ma anche animali, oggetti e persino edifici), spade votive, modellini di edifici e navi, monili e vasellame che si aggiungono all'eccezionale prestito del pugilatore di pietra. Trecento chili, alto un metro e 90, per la prima volta ha lasciato la sua isola per un progetto internazionale giunto a Napoli dopo San Pietroburgo, Berlino e Salonicco, con il coordinamento generale di Villaggio Globale International. L'esposizione è curata da Federica Doria, Stefano Giuliani, Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini. Intesa Sanpaolo è partner della tappa al MANN. La mostra promossa dalla Regione Sardegna, Museo di Cagliari e Direzione regionale sarda rientra nel progetto di Heritage Tourism finanziato dall'Ue con i fondi Por Fesr Sardegna.

Battistello Caracciolo a Capodimonte

Al Museo e Real Bosco di Capodimonte sono oltre 80 le opere che compongono la grande mostra monografica su Battistello Caracciolo (Napoli, 1578-1635) il maggiore dei caravaggeschi meridionali. A cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, la mostra nasce dall'idea di Sylvain Bellenger, direttore del Museo: con Mario Epifani, direttore del Palazzo Reale e Marta Ragozzino, direttrice regionale Musei Campania, è stato creato fino al 2 ottobre un biglietto unico a 20 euro. A Palazzo Reale e nella Certosa e Museo di San Martino sono presenti infatti opere di Battistello. Il percorso a Capodimonte va dagli inizi alla maturità del 'patriarca bronzeo dei Caravaggeschi ' in confronto con grandi maestri coevi.

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