Nella requisitoria il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto l'ergastolo spiegando che l'uomo ha ucciso la moglie per gelosia, a causa di una presunta relazione extraconiugale della donna, parlando inoltre di una vera e propria esecuzione
Condannato a 26 anni e sei mesi di carcere il 36enne Michele Marotta, imputato per l'omicidio della moglie Maria Tedesco avvenuto nel novembre 2020 in una stradina del comune di San Felice a Cancello, nel Casertano. Lo ha deciso la Corte d'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Procura aveva chiesto l'ergastolo
Nella requisitoria della scorsa settimana, il sostituto della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Nicola Camerlingo, aveva chiesto l'ergastolo spiegando che il 36enne aveva ucciso la moglie per gelosia, a causa di una presunta relazione extraconiugale della donna, parlando inoltre di una vera e propria esecuzione.
L'inchiesta
Dalle indagini e dal processo è emerso che l'uomo, l'11 novembre 2020, è uscito di mattina con sua moglie, allora 30enne, per andare a ritirare il certificato di avvenuta guarigione dal Covid, poi è tornato un attimo a casa per prendere la pistola, è uscito di nuovo e ha portato la moglie in una strada sterrata di San Felice a Cancello (frazione Cancello Scalo) dove le ha scaricato contro sei colpi da distanza ravvicinata con la sua pistola Magnum 357, regolarmente detenuta per uso da caccia. È stato catturato poco dopo nella villetta di famiglia. Per il pubblico ministero si sarebbe trattato di un omicidio premeditato, di "un'esecuzione" vera e propria, che avrebbe rappresentato l'ultimo atto di una serie di maltrattamenti cui l'imbianchino aveva sottoposto la moglie perché geloso. Durante la requisitoria il pm ha letto anche una serie di whatsapp scritti dalla ragazza da cui è emerso il clima di violenza che la 30enne era costretta a subire, tra minacce e schiaffoni in pieno volto.