Napoli, le 8 mostre da non perdere a febbraio

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Da non perdere “Frida Kahlo – Il caos dentro” a Palazzo Fondi. Palazzo Reale invece celebra Dante Alighieri con un'esposizione le tele, raffiguranti episodi della Divina Commedia, realizzate dal pittore Tommaso De Vivo

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Tra le mostre di novembre nel capoluogo partenopeo, a Palazzo Fondi ne è stata allestita una su Frida Kahlo che racconta la vita dell’artista e il grande amore con Diego Rivera. Palazzo Reale invece celebra Dante Alighieri con un'esposizione incentrata su tre tele raffiguranti episodi della Divina Commedia, eseguite dal pittore Tommaso De Vivo. Vico Equense omaggia Salvador Dalì con “Luce. I Tesori del Maestro"

“Frida Kahlo – Il caos dentro” a Palazzo Fondi

A Palazzo Fondi di Napoli, fino al 29 marzo, è in scena la mostra “Frida Kahlo – Il caos dentro”, organizzata in sezioni tematiche per accompagnare il visitatore nell’esistenza caotica della pittrice messicana, con un focus sul suo grande amore Diego Rivera, tra i principali ispiratori dell’arte muralista.

A Napoli apre 'Dante al Palazzo Reale'

Il Palazzo Reale di Napoli celebra Dante Alighieri con una mostra incentrata su tre tele raffiguranti episodi della Divina Commedia, eseguite dal pittore Tommaso De Vivo, allestita negli spazi della "Galleria del Genovese" (fino al 1° marzo 2022) curata Mario Epifani e da Andrea Mazzucchi. I dipinti, realizzati per Vittorio Emanuele II, in vista il sesto centenario della nascita del Sommo Poeta (1865), successivamente sono stati divisi tra il Palazzo Reale, la Biblioteca Nazionale e la Reggia di Caserta. Nell'anno di Dante 700 il ciclo di de Vivo, restaurato, è riunito nella sede originaria a confronto con altre testimonianze della fortuna di Dante nell'arte napoletana intorno alla metà dell'Ottocento. Dal celebre dipinto di Domenico Morelli raffigurante Dante e Virgilio nel Purgatorio (1844), all'album di litografie di Antonio Manganaro che illustra in tono satirico L'Esposizione marittima visitata da Dante e Virgilio (1871). Il percorso di visita, allestito dall'architetto Lucianna Iovieno, è arricchito dalle proiezioni multimediali, realizzati da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) che illustrano, attraverso immagini tratte da codici miniati, il viaggio di Dante nell'aldilà.

A Vico Equense l'omaggio a Salvador Dalì

Vico Equense nel segno dell'arte. Nel Museo Mineralogico Campano, inaugurazione della mostra "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro". L'esposizione è curata da The DalÍ Universe con il patrocinio del Comune di Vico Equense e la collaborazione della locale Pro Loco. La kermesse fino al 30 aprile 2022 offrirà a visitatori e turisti una panoramica delle opere del maestro catalano secondo un percorso "unconventional" rispetto alle tradizionali mostre e ai musei curati dalla The DalÍ Universe di Beniamino Levi in tutta Europa: da Matera a Siena, Praga, Copenaghen, Bruges e Parigi. Con "Salvador DalÍ - Luce. I Tesori del Maestro" si realizza un connubio fra proposta artistica e glamour che si mostrerà, oltre che nelle tradizionali espressioni scultoree, oggetti e grafiche nate dalle mani di DalÍ, anche nella sezione di ori e preziosi che fino ad aprile del prossimo anno saranno il focus centrale dell'esposizione di Vico Equense. Circa 70 i pezzi in mostra con le sculture in oro e diamanti, quelle in argento e i DalÍ d'Or, oggetti di uso comune realizzati in oro. Nelle sale del Museo Mineralogico Campano, inoltre, anche due opere museali: Omaggio alla moda e La Nobiltà del Tempo, una delle realizzazioni più famose del genio del Surrealismo.

Museo di Capodimonte, Andrea Bolognino dialoga con Brueghel

I disegni di Andrea Bolognino in dialogo con 'La Parabola dei ciechi' (1568) di Pieter Brueghel il Vecchio, uno dei capolavori più noti custoditi dal Museo di Capodimonte: per il settimo appuntamento con Incontri Sensibili, fino al 15 marzo si può visitare la mostra 'Cecità, accecamento, oltraggio' a cura di Sylvain Bellenger (con l'assistenza di Luciana Berti e Francesca Dal Lago) che propone fin dal titolo una stretta relazione con l'enigmatico dipinto del maestro fiammingo. Esposte 24 opere: alcune, realizzate su carta a matita, carboncino, pastello, acquerello e acrilico diluito, sono disposte su basi inclinate, in continuità con la logica espositiva del Gabinetto dei disegni, del quale è presente a Capodimonte un esempio tra i più ricchi in Italia. Il grande trittico che completa l'allestimento è dedicato all'accecamento inteso come caduta fisica e simbolica, del quale si colgono le diverse fasi: abbandono, percezione, tentativo di rialzarsi. In mostra un video racconta il lavoro dell'artista napoletano, classe 1991.

Al MANN “Sing Sing. Il corpo di Pompei”

Sono probabilmente tra i depositi museali più celebri al mondo fonte inesauribile di 'scavo' per mostre internazionali e nuovi allestimenti temporanei. Con i lunghi corridoi e le celle chiuse da inferriate che li rendono simili a un carcere di massima sicurezza, ai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli è dedicato il 'progetto fotografico' di Luigi Spina "Sing Sing. Il corpo di Pompei" (fino al 30 giugno nella sezione della Villa dei Papiri). Sono decine di migliaia gli oggetti fotografati da Spina negli storici depositi del sottotetto, gli scatti in mostra raccontano la dimensione quotidiana dell'epoca romana: sculture in bronzo, candelabri, lucerne, vasellame, si integrano in un suggestivo percorso di anastilosi. Con questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture.

Il MANN ricorda il terremoto dell'80 con “19:34”

Volti e storie 'in presa diretta' dalla tragedia del terremoto che colpì la Campania e la Basilicata il 23 novembre del 1980: programmata lo scorso anno in occasione del quarantennale (poi rinviata causa pandemia) per la serie Il MANN e la memoria si è aperta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “19:34”. Fotografie di Antonietta De Lillo (fino al 2 maggio 2022) con il sostegno della Regione Campania. Oltre cento le foto inedite in bianco e nero, dall'archivio di marechiarofilm, realizze da Antonietta De Lillo allora giovane fotogiornalista destinata a dimostrare la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica. ''Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra'' ha detto il direttore del Mann Paolo Giulierini. Partita da Napoli verso i comuni dell'Irpinia ridotti in macerie, le foto raccontano primi soccorsi, i gruppi di ricerca, e poi nei giorni successivi gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, l'opera dei volontari che giungono da tutta Italia, l'arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Un tappeto sonoro, tratto dall'archivio di Rai Teche, con le voci dei tg e radiogiornali dell'epoca è diffuso in tutte le sale. ''Sono felice e onorata che queste mie fotografie siano esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli in un dialogo tra l'antichità, un passato più recente e il nostro presente'' scrive De Lillo nel catalogo. Nell'allestimento della mostra patrocinata dall'Ordine dei Giornalisti della Campania, le foto sono commentate da frasi tratte dai giornali dell'epoca e da servizi televisivi. In un video il contributo dell'archeologo Antonio De Simone sul tema dei danni subiti nell'80 dal museo. Il percorso si chiude con l'illustrazione dei recenti studi sull'antisismica condotti dal MANN con l'Università degli studi Federico II Dipartimento di Strutture per l'Ingegneria e l'Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota.

“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” al MANN

“Enrico Caruso - Da Napoli a New York” è il titolo della mostra ospitata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fino al 22 aprile 2022, Braccio Nuovo) per celebrare il centenario dalla scomparsa dell'artista . A cura di Giuliana Muscio, l''esposizione, con la consulenza musicale di Simona Frasca, mette a fuoco con uno sguardo nuovo la figura di Caruso, prima star mediatica moderna e rappresentante dell'emigrazione italiana, capace di conservare e innovare le tradizioni dello spettacolo con uno straordinario impatto sui media statunitensi. La mostra è realizzata da Fondazione Campania dei Festival e Fondazione Film Commission Regione Campania, con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con il MANN e con l'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi. Il percorso narrativo su Enrico Caruso e la sua carriera si basa su una documentazione quanto mai ricca: caratteristica dell'itinerario di visita è proporre un approccio rigoroso dal punto di vista storico e intermediale sotto l'aspetto comunicativo. La mostra propone oltre 250 immagini fotografiche, provenienti dal Metropolitan Opera Archive di New York, dalla Caruso Collection presso il Peabody Institute (Johns Hopkins) di Baltimora e dal museo Enrico Caruso di Villa Bellosguardo a Lastra a Signa. Possibile ritrovare in allestimento non solo materiale audiovisivo d'epoca e cinegiornali, forniti per l'occasione dagli archivi americani e dal fondo Setti della Fondazione Ansaldo, ma anche registrazioni audio originali della produzione discografica del più famoso tenore di tutti i tempi. In una elegante saletta che chiude il percorso è proiettato il documentario "Enrico Caruso: The Greatest Singer in the World", diretto da Giuliana Muscio e prodotto dalla Direzione Generale per gli italiani all'estero del Ministero degli Affari Esteri. Il lavoro, attraverso materiali inediti, racconta la carriera americana di Caruso e la sua modernità sottolineando il fondamentale contributo dei performers italiani nello sviluppo dell'industria dello spettacolo negli Stati Uniti (proiezioni tutti i giorni alle 12.00, alle 16.00 e alle 18.00). Il catalogo della mostra è edito da "ad est dell'equatore".

“Tutankhamon – Viaggio verso l'eternità” a Napoli

Napoli dal 23 ottobre ospita la mostra itinerante “Tutankhamon - viaggio verso l'eternità” e riscopre il profondo legame con la cultura egizia. Organizzata da Innovation, con il patrocinio dell'assessorato all'Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, la mostra curata da Clarissa Decembri giunge in vista dei cento anni dalla scoperta della tomba più famosa della storia dell'egittologia. Gli organizzatori in una nota scrivono: “A Napoli è possibile ammirare oltre 100 riproduzioni dei reperti più importanti trovati nella tomba di Tutankhamon, realizzati a Il Cairo in collaborazione con il Ministero delle Antichità Egizie, tra cui il trono d'oro, il carro da guerra, i sarcofagi, i vasi canopi e la famosa maschera d'oro, ed oltre 60 reperti originali provenienti dalla collezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Nel reparto dedicato alla mummificazione il visitatore può osservare e comprendere le varie fasi dell'imbalsamazione. Grazie a ricostruzioni scenografiche ed all'applicazione della realtà virtuale, realizzata da Unsquare Life, il visitatore può vivere l'emozione provata dall'archeologo Howard Carter nel novembre 1922, quando scoprì il primo gradino di accesso alla faraonica sepoltura nella Valle dei Re, capirne i misteri e lasciarsi affascinare dal mito della maledizione del faraone. Indossando un visore e manovrando i controller, il visitatore è catapultato nell'ambiente ricostruito della tomba di Tutankhamon e può soffermarsi sui singoli oggetti del corredo funerario". A raccontare l'esposizione è Carter stesso, interpretato da Bruno Santini, il cui ologramma, presente in vari punti della mostra, è stato realizzato da Image Project. Per far apprezzare la mostra anche ai più piccoli, è stato strutturato un percorso ad hoc per bambini e ragazzi con didascalie e supporti visivi mirati.

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