La Regione inoltre ha disposto la sospensione, da lunedì 10 gennaio e fino a nuova espressa disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici nelle strutture sanitarie pubbliche. Intanto il Tar della Campania ha chiesto alla Regione di presentare ulteriori documenti per poter decidere sul ricorso presentato da alcuni genitori contro l'ordinanza
Il ricorso alla didattica a distanza per le scuole medie, elementari e dell'infanzia in Campania è giustificato dalla situazione sul territorio regionale che corrisponde alla fattispecie di "circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all'insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Sars-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica" indicata dal decreto legge 6 agosto 2021 che consente anche nelle Regioni che non si trovino in zona rossa, eccezioni allo svolgimento in presenza delle attività educative e scolastiche. Lo evidenzia l'ordinanza del governatore Vincenzo De Luca che rinvia il rientro in aula alla fine del mese di gennaio per le scuole dell'infanzia, elementari e medie. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)
Genitori ricorrono contro la chiusura, Tar chiede documenti
Intanto il Tar della Campania ha chiesto alla Regione di presentare ulteriori documenti per poter decidere sul ricorso presentato da alcuni genitori contro l'ordinanza del presidente De Luca con la quale si dispone la sospensione dell'attività didattica in presenza per infanzia, primaria e medie a causa del Covid. L'integrazione dovrà essere presentata ai giudici amministrativi entro le 11 di lunedì. La decisione è stata assunta dai giudici della Quinta sezione che chiedono di avere una integrazione degli atti prima di esprimersi sul ricorso d'urgenza dei ricorrenti, assistiti dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.
"Nella fascia under 19 +30% di contagi"
Nell'ordinanza inoltre si sottolinea che "nel numero di soggetti attualmente positivi nella fascia d'età 0-19 anni si registra un incremento pari a circa il 30 % rispetto alle scorse settimane". In Campania venivano rilevati "118 focolai scolastici comunicati alla chiusura delle scuole per le festività natalizie e un totale di 9.781 focolai nella settimana 27 dicembre-2 gennaio, di cui nuovi focolai nell'ultima settimana pari a 6.963", precisa. Passano, inoltre, a 13.150 i nuovi casi di infezione confermata dal Sars-Cov-2 non associati a catene di trasmissione note, a fronte di un numero pari a 5.800 della settimana precedente. Si evidenzia inoltre un significativo aumento dei ricoveri nella fascia pediatrica prevalentemente per pazienti Sars-Cov positivi sintomatici con età inferiore ai 10 anni, il cui numero è raddoppiato in 10 giorni.
"Scongiurare collasso del sistema sanitario"
"Emerge la necessità - si legge ancora nell'ordinanza - di scongiurare il collasso del sistema sanitario regionale, fortemente sotto pressione, come provato dalla disposta sospensione di plurime attività di ricovero ed ambulatoriali". Nell'ordinanza si precisa che "desta preoccupazione il dato relativo all'occupazione di posti letto in terapia intensiva e in area medica, la cui saturazione ha una probabilità superiore al 50% in entrambe le aree nei prossimi trenta giorni".
L'Unità di Crisi regionale della Campania, afferma De Luca, ha segnalato che "nelle ultime due settimane i contagi sono aumentati considerevolmente nella fascia 0-44 anni e anche i decessi sono in aumento. La circolazione del virus nei giovani è ormai estremamente ampia. Con riferimento alla Campania l'Rt risulta attualmente pari a 1,61, con gli indicatori di sorveglianza che disegnano per la Campania uno scenario di tipo 4, con un'incidenza complessiva di 1511/100.000, e con proiezione di oltre il doppio, con Rt pari a 2,25 per la settimana prossima, con conseguente previsione di un enorme aumento dell'impatto sulle degenze Covid". De Luca sottolinea che "i prelievi delle acque reflue attestano che la variante omicron è estremamente diffusa sul territorio regionale, in misura nettamente superiore alla media nazionale, con conseguente ampia velocità di diffusione dei contagi. Per tali ragioni, connesse alla straordinaria diffusività del virus nella variante omicron, sul territorio regionale, si ritiene indispensabile rinnovare le misure antiassembramento previste dalle menzionate ordinanze regionali e avviare una riflessione sulla introduzione di ulteriori misure".
Ciascuna delle Asl campane, evidenzia De Luca, "ha attestato di aver ricevuto richieste dai Comuni e dagli Istituti scolastici di supporto in vista della riapertura delle scuole prevista per il prossimo 10 gennaio, ma di essere nella impossibilità di assicurare il contact tracing e gli screening prescritti dal decreto legge 5 gennaio relativamente alla popolazione scolastica per l'enorme attuale pressione sulla organizzazione sanitaria, impegnata nella somministrazione di tamponi ai contatti di soggetti positivi, nella gestione delle quarantene e dei soggetti positivi fino alla negativizzazione nonché nella prosecuzione della campagna vaccinale".
Sospesi ricoveri non urgenti e rinviabili
La Regione inoltre ha disposto la sospensione, da lunedì 10 gennaio e fino a nuova espressa disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici nelle strutture sanitarie pubbliche, stabilendo la possibilità di effettuare solo ricoveri con carattere d'urgenza non differibili provenienti dal Pronto Soccorso o per trasferimento da altri ospedali. Lo si legge nell'ordinanza della Regione sul covid e sullo stop scolastico firmata da Vincenzo De Luca in seguito alle indicazioni dell'Unità di Crisi regionale.
"Fascia d'età vaccinata in piccola parte"
"Tutti i componenti dell'Unità di crisi condividono che lo scenario attuale imponga decisioni immediate e straordinarie e che, in particolare, non possa prescindersi dalla sospensione delle attività in presenza, quantomeno nelle scuole dell'infanzia e del ciclo primario e secondario di primo grado". Lo scrive il governatore della Campania Vincenzo De Luca nel documento sull'avvio della dad alle scuole fino a fine gennaio in Campania. Quella fetta degli studenti è "una platea in cui la diffusione del virus che raggiunge altissimi picchi di incidenza in tutte le province della Regione, per la quale prima della chiusura prefestiva si sono già registrati numerosissimi focolai, e che è particolarmente a rischio di contagio perché attualmente vaccinata solo in piccola parte e con grandi rischi di amplificazione della pandemia attraverso i contatti diretti con i coetanei e con l'ambiente familiare, tenuto conto della difficoltà di applicare a detta fascia le regole di prevenzione sanitaria diffuse tra gli adulti. Secondo quanto rilevato ed attestato dai singoli direttori generali delle Asl campane, la situazione attuale nei relativi territori non consente di assicurare il rispetto delle disposizioni introdotte dal Governo con il preannunciato decreto-legge del 5 gennaio, fondato sull'autosorveglianza e sugli screening". E' allo stato in programma l'avvio in data 10 gennaio della somministrazione delle terze dosi alla fascia d'età 12-15 anni mentre relativamente alla fascia d'età 16-18 la stessa è in corso.
Presidi Campania: "Noi in linea con De Luca"
"Molti dirigenti scolastici avevano chiesto di attivare la Dad e come Associazione avevamo chiesto due settimane di didattica a distanza, quindi siamo in linea con la decisione del presidente De Luca ma ora vedremo che cosa succederà considerato che il Governo ha annunciato che intende impugnare l'ordinanza regionale''. Così Francesco De Rosa, presidente ANP Campania, sottolineando che ''non si tratta di essere concordi o discordi perché è indubbio che i contagi ci sono soprattutto nella fascia della primaria e dunque da lunedì le scuole attiveranno la Dad''. Qualora il ritorno in aula non fosse stato posticipato, lunedì 10 gennaio le scuole avrebbero avuto ''non poche difficoltà'' ad organizzare la didattica a causa dei contagi tra il personale. Secondo un 'mini sondaggio'' effettuato dall'ANP Campania su un campione di 250 scuole regionali circa il 6 per cento del personale docente e Ata risulta essere contagiato o No Vax, numeri che - evidenzia De Rosa - ''dopo il fine settimana sarebbero stati sicuramente più alti e dunque riaprire non sarebbe stato facile''.