Caso Tiziana Cantone, procura di Napoli indaga anche per omicidio

Campania

Secondo le indagini dell'epoca effettuate dai carabinieri e dallo stesso ufficio giudiziario, la 31enne si sarebbe tolta la vita dopo la diffusione online di video sessualmente espliciti che la ritraevano

La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di omicidio in relazione alla morte di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli che il 13 settembre 2016, dopo la diffusione online di video sessualmente espliciti che la ritraevano, secondo le indagini dell'epoca effettuate dai carabinieri e dallo stesso ufficio giudiziario, si sarebbe tolta la vita. L'apertura del fascicolo è un "atto dovuto" in seguito ai nuovi elementi probatori depositati negli ultimi mesi dall'Emme-Team, il gruppo di studi legali con sede a Chicago, che assiste la madre di Tiziana, Teresa Giglio

Il 13 dicembre 2017 il gip di Napoli Nord ha archiviato l'inchiesta aperta contro ignoti per istigazione al suicidio.

Le indagini per frode processuale

Il sostituto procuratore che si occupa della vicenda, Giovanni Corona, nei mesi scorsi aveva aperto, sempre sulla base di indagini della difesa, un altro fascicolo per frode processuale, in relazione alla presunta manomissione dell'iphone e dell'Ipad della vittima, con la cancellazione di tutti i dati, avvenuta mentre gli apparecchi erano sotto la custodia della Polizia giudiziaria (i carabinieri). 

Emme-team: "Telefono della vittima fu usato dopo sequestro"

Dagli accertamenti degli esperti informatici dell'Emme-Team, è emerso che l'Iphone della vittima è stato acceso, sbloccato e utilizzato per oltre un'ora dopo il sequestro seguito al ritrovamento del corpo. Gli investigatori, ricordano i consulenti del team statunitense, "riferirono di non essere riusciti ad accedere al suo cellulare a causa del PIN". Secondo Emme-Team però, qualcuno invece riuscì ad accedere a quel cellulare, trovato a poca distanza dal corpo della 31enne. L'utilizzo del telefono per navigare sul web, spiegano ancora gli esperti informatici di Emme-Team, "è avvenuto mentre il telefono era sotto sequestro". Tre giorni dopo la morte di Tiziana, inoltre, è emerso un altro accesso al cellulare che, secondo il perito nominato dalla Procura, era ancora inaccessibile sempre a causa del PIN.

I tabulati telefonici, rileva ancora l'Emme-Team, hanno evidenziato che il cellulare in uso all'ex fidanzato della vittima era acceso e funzionante a pochi metri dall'abitazione della vittima mentre gli stessi carabinieri erano ancora sul posto: era agganciato a una cella telefonica di quella zona.

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