A quanto emerso l'uomo, già sospeso dalla professione, in più occasioni avrebbe tentato di inquinare le prove raccolte a suo carico: per questo il gip ha deciso l'aggravamento della misura cautelare
Si aggrava la posizione del dirigente medico dell'Istituto Nazionale Tumori "Fondazione Pascale" di Napoli, R. T., sospeso dall'esercizio della professione lo scorso novembre con l'accusa di concussione e malasanità. Secondo quanto emerso da indagini dei carabinieri del Nas e della Polizia di Stato, l'uomo in più occasioni avrebbe tentato di inquinare le prove raccolte a suo carico: per questo il gip ha deciso l'aggravamento della misura cautelare sottoponendo il medico agli arresti domiciliari, misura eseguita oggi da carabinieri e agenti del commissariato di Napoli-Arenella.
Le accuse di concussione
Il primario è accusato di alcuni episodi di concussione ai danni di pazienti affette da neoplasie al seno. Secondo gli inquirenti della Procura (John Henry Woodcock), del Nas e della Ps l'uomo, dopo avere prospettato alle pazienti l'urgenza di un intervento chirurgico, le induceva a sottoporsi ad operazioni a pagamento in un'altra struttura sanitaria.
Gli abusi
Allo stesso medico inoltre venne notificata dagli agenti del commissariato Arenella di Napoli anche una interdizione dalla professione di medico, della durata di 12 mesi, emessa dal gip di Napoli, in relazione a presunti abusi sessuali ai danni di due sue pazienti, anche loro affette da problematiche determinate da neoplasie al seno. Le contestazioni degli inquirenti erano anche aggravate dall'abuso di potere, dalla violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio e dall'abuso di prestazioni d'opera. I presunti abusi riconducibili a quelle contestazioni risalgono al giugno 2018 e nel 2019, tra i mesi di agosto e novembre. Le due vittime si erano sottoposte entrambe a una mastoplastica finalizzata a nascondere i danni provocati dalla neoplasia, e per questo motivo si erano rivolte al primario.