Whirlpool, operai in Piazza Plebiscito a Napoli: previsto un incontro col prefetto

Campania

I dipendenti dello stabilimento di via Argine manifestano ancora contro la chiusura annunciata dell’azienda per il prossimo 31 ottobre. A quanto riferito, una delegazione di sindacati e lavoratori sarà ricevuta dal prefetto. La protesta è stata accompagnata da una canzone dal titolo “Nun s’ha da tucca’”. Anche la filiale di Carinaro ha aderito allo sciopero nazionale

Si sono radunati in Piazza de Plebiscito, a Napoli, i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine per manifestare contro la chiusura annunciata dall'azienda per il prossimo 31 ottobre. Una battaglia per difendere il proprio posto di lavoro che va avanti da oltre un anno, a cui quest'oggi hanno aderito tutti gli stabilimenti dell'azienda presenti in Italia.

La manifestazione

Nel capoluogo campano, i lavoratori hanno esposto uno striscione con scritto: “Basta pacchi, nazionalizzazione subito”. Una protesta accompagnata da canti e slogan. Disposti in cerchio, i manifestanti hanno infatti messo in scena una sorta di “tammorra”, intonando poi una canzone appositamente scritta che si intitola “Nun s'ha da tucca' (Non si deve toccare)” e i cui versi recitano: “Simme operai e facimme paura e pa' fatic avimma lutta" (siamo operai e facciamo paura e per il lavoro dobbiamo lottare)”. E ancora “Nui cumbattimm pa' dignità. A Whirlpool è a nost e nun s'ha da tucca', a terra è a nostra e nun s'ha da tucca' (noi combattiamo per la dignità. La Whirlpool e la terra sono nostre e non si devono toccare)”.

Operai a Prefetto: "No a piano B"

Nel primo pomeriggio, come annunciato, una delegazione di operai e alcuni esponenti dei sindacati dovrebbero incontrare il Prefetto, Marco Valentini, al quale ribadiranno il proprio "no" a un piano che non preveda il rispetto da parte dell'azienda dell'accordo sottoscritto con il Governo nell'ottobre del 2018, con il quale la multinazionale si impegnava a investire 17 milioni per il rilancio del sito produttivo di Napoli est. "Chiederemo al Prefetto di farsi portavoce presso il Governo perché la Whirlpool non lasci Napoli e perché si trovi una soluzione per questi lavoratori che lottano da oltre un anno - fanno sapere -. Serve un'accelerazione e il Governo deve esercitare pressioni perché l'azienda mantenga gli impegni. Noi siamo per confermare un'ipotesi occupazionale che sia dentro Whirlpool".

La protesta nel Casertano

In mattinata, alcune decine di lavoratori dello stabilimento di Carinaro (in provincia di Caserta) della Whirlpool, aderendo allo sciopero, hanno effettuato un presidio all'esterno della Prefettura di Caserta, per "richiamare l'attenzione delle istituzioni su una vertenza che diventa ogni giorno più grave". A Carinaro, dove ha sede il polo logistico della Whirlpool responsabile di ricambi ed accessori per la zona Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa), c'è forte preoccupazione sia per le voci insistenti relative al trasferimento del polo in altri paesi europei, che per la mancanta partenza del processo di reindustrializzazione per 60 lavoratori ancora in organico, ma mai immessi in servizio, che si aggiunge all'orario di lavoro molto ridotto per gli oltre 300 dipendenti in servizio.

Fiom-Cgil Caserta: "Vogliamo attenzione anche su sito Carinaro"

"Vogliamo attenzione sul sito di Carinaro - afferma il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco -, sembra che invece tutta l'attenzione sia solo su Napoli; la vertenza deve essere trattata in modo complessivo, perché se chiude la produzione a Napoli, chiuderà anche il polo della logistica a Carinaro, che non sarà più conveniente per la Whirlpool, che a quel punto resterà con stabilimenti solo in Nord Italia e Nord Europa".

La situazione nel territorio

Il problema della reindustrializzazione di parte dei lavoratori della Whirlpool va avanti dal 2015, quando la multinazionale degli elettrodomestici acquisì gli stabilimenti Indesit di Carinaro e Teverola garantendo la continuità occupazionale, e prevedendo su un organico di 400 lavoratori, che almeno 150 dovessero essere riassunti in altre aziende in due distinti processi di reindustrializzazione. I primi 75 dovevano essere assunti dal Gruppo Seri: in quindici sono passati, ma altri 60 continuano ad essere in organico alla Whirlpool, senza lavorare e senza sapere cosa sarà del loro futuro; del secondo processo di reindustrializzazione non si è mai parlato. 

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