Coppa Italia, a Napoli caroselli e fuochi d'artificio per festeggiare

Campania
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Erano circa cinquemila le persone scese in piazza. Così Ranieri Guerra, vicedirettore generale delle iniziative strategiche dell'Oms: "Sciagurati"

A Napoli la festa per la conquista della Coppa Italia da parte della squadra di Rino Gattuso, vittoriosa contro la Juventus ai rigori, è scattata al penalty vincente di Milik. In città nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, alla Sanità, nella zona di Piazza Dante i tifosi si sono affacciati ai balconi per festeggiare, sparando fuochi d'artificio e urlando cori, mentre i ragazzi sugli scooter hanno dato il via ai caroselli. La festa si è poi spostata alla fontana del carciofo in Piazza Trieste e Trento, luogo tradizionale delle feste azzurre. (LE FOTO DEI FESTEGGIAMENTILE FOTO DELLA FINALE)

La festa

Erano circa cinquemila le persone scese in piazza. I giovani si sono subito lanciati nell'acqua della fontana, cantando cori per Mertens, Insigne e contro la Juventus, tradizionale avversario dei partenopei. Fuochi d'artificio e fumogeni rossi hanno accompagnato la festa mentre centinaia di ragazzi in scooter hanno girato per le vie circostanti suonando i clacson. Cori anche per Maradona e un canto anche per Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso a Roma in occasione dell'ultima finale vinta dal Napoli, quella della Coppa Italia 2014. Tra i cori il più gettonato è stato il "chi non salta è juventino" che accompagna la rivalità sportiva con i bianconeri. Stamattina sulla vicenda è intervenuto il sindaco, Luigi de Magistris: ''Ieri sera ha vinto il contagio della felicità'', ha detto.

Ranieri Guerra: "Sciagurati"

"Sciagurati. Fa veramente male vedere queste immagini". Ranieri Guerra, vicedirettore generale delle iniziative strategiche dell'Oms, commenta così - ad Agorà su Raitre - le immagini dei caroselli di tifosi dopo il successo di ieri sera in Coppa Italia. "Il problema è tutto lì, in  questo momento non ce lo possiamo permettere. Per fortuna è accaduto in Campania, dove sono state prese misure di controllo molto rigide e l'incidenza del virus è stata minore che in altre zone. Però, vi ricordo ancora quanto ha contato la famosa partita dell'Atalanta all'inizio dell'epidemia in Lombardia per l'impatto che c'è stato. Non vorrei che riprendessimo proprio nel momento in cui il Comitato tecnico scientifico ha cercato di accogliere le proposte della Federcalcio per non limitare al massimo, come invece sarebbe suggerito da scienza e coscienza medica, tutto quello che è l'indotto del calcio nel nostro Paese". 

De Magistris: "Non significa che in città c'è superficialità"

"Vista l'impossibilità di andare allo stadio, tema su cui si dovrebbe riflettere perché con le dovute attenzioni e distanziamenti si potrebbe andare, solo chi non conosce Napoli può pensare che dopo una vittoria contro la Juventus di Sarri e di Higuain, i napoletani sarebbero rimasti in casa a esultare tra le quattro mura. Questo non significa che in città c'è superficialità, anche perché ormai dai primi di giugno a Napoli c'è contagio zero e ieri sera in piazza c'erano solo napoletani". Così all'Ansa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
"Credo - ha aggiunto il sindaco - che in questi momenti non si debba essere ipocriti e, inoltre, non capisco chi sarebbe dovuto intervenire: dovremmo fare appello al lanciafiamme rimasto senza fuoco del presidente della Regione visto che è lui che in qualche modo governa dall'alto il tema degli assembramenti? Né tanto meno ritengo che si potesse ipotizzare che le forze dell'ordine intervenissero a separare le persone con il battipanni. Bisogna essere onesti: o non si facevano più giocare le partite di campionato e Coppa fino a settembre o in qualche modo quanto accaduto ieri sera è inevitabile senza che si addossi la colpa al Governo, alla Regione Campania, al sindaco, alle forze di polizia". Rispetto ai festeggiamenti, De Magistris ha sottolineato che c'è stato anche chi "è rimasto a casa, chi è sceso con la mascherina, chi ha esultato in modo sobrio. Ciò che mi spiace invece, in virtù dell'amore che la stragrande maggioranza dei napoletani ha per la città, è vedere atti di danneggiamento a beni monumentali. Questo mi amareggia molto perché si può festeggiare, gioire e godere di una giornata così bella avendo contestualmente rispetto per la città perché ho sempre pensato che amare la squadra vuol dire in primo luogo amare la città di Napoli".

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