Cecilia Sala, ospite a Sky TG24, ha analizzato la situazione del nuovo fronte mediorientale tra Iran e Israele, partendo dall’ipotesi di un rovesciamento del regime degli Ayatollah: “Il collasso iraniano era prevedibile, nel momento in cui l'anno scorso Israele ha cominciato a smontare pezzo pezzo l'auto proclamato “asse delle resistenza”, quindi l'alleanza di milizie: Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, gli Houthi in Yemen e il regime di Assad in Siria”. La giornalista ha proseguito sottolineando il ruolo cruciale proprio di Hezbollah nel fragile equilibrio delle relazioni tra Tel Aviv e Teheran, identificando nella dissoluzione dell’organizzazione uno dei principali motivi che hanno spinto Israele ad attaccare l’Iran, indebolito dalla perdita. Fondamentale, secondo l’analisi di Sala, anche la caduta di Assad e la liberazione della Siria, “l’autostrada per le armi iraniane”, che ha definitivamente indebolito e isolato la Repubblica islamica garantendo ad Israele il momento propizio per un attacco, da tempo pianificato. Tuttavia se Ali Khamenei, la Guida suprema iraniana, dovesse cadere Sala afferma che “Israele non ha un progetto per il dopo”, quindi l’Iran, in assenza di un'alternativa politica, rischierebbe di cadere nel caos.
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