Natale ortodosso, ecco dove e quando si festeggia

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Uno dei momenti della celebrazione del Natale Ortodosso in Ucraina (Getty Images)

Verrà celebrato il 7 gennaio in diversi Paesi, tra cui Russia, Serbia, Ucraina e Georgia. La differenza con quello cattolico è dovuta al calendario giuliano che continua ad essere utilizzato nei Paesi dell’est Europa di tradizione russa

Il Natale ortodosso, come ogni anno, arriva con 13 giorni di ritardo rispetto a quello cattolico. Anche nel 2023 verrà festeggiato il 7 gennaio e la ragione di questo sfasamento non è strettamente teologica, ma bensì "burocratica", legata al calendario. Il 'ritardo' rispetto al Natale cattolico, ma anche a quello evangelico, protestante e di gran parte delle Chiese orientali, è dovuto al fatto che gli ortodossi continuano ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano.

La differenza tra il calendario gregoriano e quello giuliano

Nella maggior parte del mondo cristiano è usanza festeggiare la nascita di Gesù il 25 dicembre. Una data che nell'antica Roma coincideva con la festa pagana del 'Sole invitto', durante la quale si celebrava la vittoria sulle tenebre. Prima dei vari scismi all'interno del mondo cristiano questa data era universalmente accettata, tranne che in Oriente dove si affermò prevalentemente il 6 gennaio. Quest'unica distinzione ha resistito fino al 1582 quando papa Gregorio XIII decise di introdurre un nuovo calendario (per l'appunto gregoriano) che fosse in grado di avvicinarsi maggiormente alla realtà astronomica. Per riuscirci, in quell'anno, vennero eliminati i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre. Modifica che le chiese ortodosse, però, decisero di non adottare continuando ad utilizzare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano. Unica eccezione la chiesa greca ortodossa che, come in Occidente, festeggia il Natale il 25 dicembre.

Chi festeggia e quando

I 13 giorni di distanza resistono nei Paesi dove è preponderante la Chiesa ortodossa. Quindi in Russia, Serbia, Macedonia del Nord e Georgia, ma a questa tradizione si rifanno anche la Chiesa ortodossa di Gerusalemme e quella etiope. Tra chi festeggia il 6, invece, ci sono gli armeni, che seguono l'antica consuetudine orientale e celebrano dunque la nascita di Gesù il giorno dell'Epifania secondo il calendario gregoriano. Un'ulteriore particolarità caratterizza gli armeni ortodossi di Gerusalemme che restano fedeli alla tradizione orientale ma, utilizzano il calendario giuliano, festeggiando così il 19 gennaio.

Periodo di preghiera di 40 giorni e vigilia frugale

Oltre alla data, ci sono anche altre differenze nella celebrazione del Natale ortodosso. I fedeli, infatti, osservano un periodo di 40 giorni in cui intraprendono un percorso di preghiera, durante il quale mangiano solo cibi magri, escludendo la carne e i latticini. Una privazione che il giorno della vigilia diventa totale con un completo digiuno fino alla mezzanotte, quando si tiene la messa notturna.

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