
L'11 settembre del presidente Bush: dalla notizia dell’attentato al discorso alla nazione
L'allora presidente degli Stati Uniti si trovava alla scuola elementare “Emma E. Booker” di Sarasota, in Florida, quando iniziarono gli attacchi sul suolo americano. Ecco cosa è accaduto dal momento in cui venne a conoscenza degli attentati, fino a quando - ore dopo - parlò all’America, in un discorso che passò alla Storia (Gallery a cura di Federica Villa)

La mattina dell’11 settembre 2001, George W. Bush, presidente degli Stati Uniti da nemmeno 8 mesi, si trovava alla scuola elementare “Emma E. Booker” di Sarasota, in Florida, per incontrare alcuni piccoli alunni. Ecco cosa successe dal momento in cui venne a conoscenza degli attentati, fino a quando, ore dopo, parlò all’America ferita
GUARDA IL VIDEO: 11 settembre 2001, timeline del giorno più lungo degli UsaAlle 8.46 dell’11 settembre 2001, il volo American Airlines 11, dirottato dai terroristi, colpiva la Torre Nord del World Trade Center di New York. Alle 9.03 veniva poi colpita anche la seconda torre. Ci sono versioni discordanti su quando Bush sia stato informato dell’attacco. In ogni caso, Bush decise inizialmente di non modificare i programmi stabiliti
LO SPECIALE DI SKY TG24 SULL'11 SETTEMBRE
Quello che è sicuro è che, a un certo punto, mentre Bush si trovava in classe, il capo dello staff presidenziale, Andy Card, gli si avvicinò e gli parlò brevemente all’orecchio: fu quello il momento in cui il presidente venne informato che un secondo aereo aveva colpito le Torri Gemelle e che l'America era "sotto attacco”
11 settembre. Il ricordo di Ari Fleischer, portavoce di Bush nel 2001: L’INTERVISTA
Bush, in un primo momento, si appartò in una stanza dell'istituto scolastico con il suo staff. Nella foto: il presidente guarda le prime immagini trasmesse dai notiziari televisivi sugli attacchi al World Trade Center a New York

Scattarono poi i protocolli di sicurezza. Bush si spostò a bordo dell'Air Force One (foto) che fece tappa prima nella base aerea di Barksdale, in Louisiana, e successivamente in Nebraska. Passarono quindi ore prima che venisse presa la decisione di rientrare a Washington. La Casa Bianca era infatti ritenuta un potenziale bersaglio

Dalla base di Barksdale Bush tenne una prima conferenza stampa (foto), in cui dichiarò: "Gli Stati Uniti troveranno e puniranno i responsabili di questi atti codardi"

Una volta a Washington, ci furono momenti concitati, in cui la squadra di Bush si riunì per capire cosa fosse accaduto e come rispondere agli attacchi. Nella foto: il presidente con il suo vice, Dick Cheney, nel President's Emergency Operations Center (PEOC)

Nella foto: George W. Bush con il vice presidente Dick Cheney e Condoleezza Rice, Consigliere per la sicurezza nazionale

Intorno alle 20.30 dell'11 settembre, il presidente parlò alla nazione, dallo studio Ovale (nella foto), in uno dei discorsi più famosi dell’ultimo ventennio

“Oggi i nostri cittadini, il nostro modo di vivere, la nostra stessa libertà sono stati attaccati in una serie di atti terroristici deliberati”, disse Bush. Poi uno dei passaggi diventati più famosi: “Possono scuotere le fondamenta dei nostri edifici più grandi, ma non possono toccare le fondamenta dell'America"

E in riferimento a un’eventuale risposta militare degli Usa (che da li a poco sarebbe poi arrivata), Bush avvertì: "Non faremo distinzioni tra i terroristi che hanno commesso gli attacchi e chi li ha armati". E aggiunse: "Nessuno di noi dimenticherà mai questo giorno e andremo vanti a difendere la libertà e tutto ciò che c'è di buono e giusto nel mondo"